Lo “schiaffo di Parigi”: una mozione in favore della Palestina. È polemica

5 Nov 2014 19:24 - di Gabriele Farro

Dopo il voto a favore ottenuto a inizio ottobre dal parlamento inglese, la questione del riconoscimento dello Stato palestinese arriverà presto nell’aula dell’Assemblea nazionale francese. Un gruppo di deputati della maggioranza socialista, guidati dall’ex ministro della Giustizia Elisabeth Guigou, presidente della commissione Affari esteri della Camera bassa del parlamento transalpino, si prepara infatti a depositare una proposta di risoluzione per “invitare” il governo di Parigi «a fare del riconoscimento dello Stato della Palestina uno strumento per ottenere una soluzione definitiva del conflitto».

Necessità di una soluzione

L’attuale situazione, argomentano i firmatari, «è insostenibile e pericolosa perché nutre le frustrazioni e la sfiducia crescente tra le due parti». Quindi emerge «l’urgente necessità di arrivare a «una soluzione definitiva del conflitto che permetta la costituzione di uno Stato democratico e sovrano di Palestina, coabitante in pace e sicurezza con Israele». Tra i promotori dell’iniziativa c’è anche Benoit Hamon, l’ex ministro dell’Istruzione uscito dall’esecutivo con l’ultimo rimpasto in polemica con la svolta socialdemocratica del Premier Manuel Valls. «Il ruolo della Francia è fare di tutto per incitare le parti in causa a riprendere negoziati concreti che portino alla creazione di uno Stato palestinese», scrive Hamon sulla sua pagina Facebook, spiegando che un voto favorevole al riconoscimento da parte dell’Assemblea «sarebbe un atto politico forte per dimostrare la determinazione della comunità internazionale a trovare uno sbocco pacifico e durevole al conflitto israelo-palestinese».

Mozione non vincolante

Un’eventuale approvazione della mozione non sarebbe vincolante per il governo francese, ma avrebbe un indubbio valore simbolico e, secondo alcuni, potrebbe incitare il presidente Francois Hollande e l’esecutivo a prendere una posizione più netta in materia. Nei mesi scorsi, il ministro degli Esteri Laurent Fabius si era detto possibilista su un riconoscimento della Palestina, ma precisando che una tale decisione sarebbe stata presa solo «al momento giusto», cioè quando si fosse rivelata «utile alla pace» nella regione. Per Israele, in ogni modo, sarebbe un nuovo schiaffo dopo quello della Gran Bretagna e il recente riconoscimento formale della Palestina – accolto con ira dal governo Netanyahu – della Svezia. “Schiaffi” a cui si somma quello di Amnesty International, che in un rapporto accusa le forze israeliane a Gaza d’essersi «sfacciatamente fatte beffa delle leggi di guerra con una serie di attacchi su case civili, mostrando insensibile indifferenza alle carneficine causate». E d’aver manifestato nei fatti «disprezzo per la vita dei civili palestinesi».

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