A Roma ha piovuto, Marino è salvo. Ma c’è poco da festeggiare…

6 Nov 2014 21:24 - di Redazione

Infine a Roma ha piovuto. Non la bomba d’acqua che era stata annunciata, ma una dignitoso nubifragio di novembre, capace anche di provocare diversi disagi. In fin dei conti, comunque, una manna dal cielo per la prefettura e il Campidoglio, che l’altra sera avevano lanciato il più elevato allarme rosso che si ricordi negli ultimi tempi, con tanto di chiusura delle scuole e invito ai romani a non uscire di casa.

L’ironia dei social: #aspettandoildiluvio

«Il fatto che la città abbia affrontato l’emergenza in modo così coordinato tra i livelli locale e nazionale segnala che c’è un altro passo. Possiamo dire che quest’anno e mezzo si è fatto più di quanto è stato fatto negli ultimi cinque anni. Noi alle polemiche preferiamo il lavoro», ha rivendicato il vicesindaco Luigi Nieri, mentre l’assessore all’Ambiente Estella Marino ha sostenuto che aver chiuso le scuole «è stato un intervento opportuno perché il picco maggiore l’abbiamo avuto proprio negli orari di ingresso a scuola». Sui social media, però, uno degli hashtag che durante la giornata è andato per la maggiore è stato #aspettandoildiluvio, a sottolineare che in alcune zone della città, anche negli orari di ingresso a scuola, il paventato diluvio universale non era pervenuto.

«Il peggio è passato». Ma ne siamo certi?

Solo intorno alle sedici si è registrato un temporale davvero sostenuto, ma durato un tempo assai ridotto rispetto alle nefaste aspettative instillate nella testa dei romani. «Il peggio è passato», ha annunciato nel pomeriggio la Protezione civile comunale, riferendosi comunque alle sole piogge. Il peggio del peggio, invece, quello resta ed è tutto in carico all’amministrazione a partire dalle immagini dei passeggeri con l’ombrello aperto sulla scala mobile della metro (postate sul suo profilo facebook dall’ex assessore alla Cultura Umberto Croppi), perché la pioggia a Roma, anche quando non è una bomba d’acqua, riesce comunque a compiere imprese straordinarie.

 

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