Anche Pannella cede al fascino di Papa Francesco: vuole convertirsi

14 Nov 2014 15:59 - di Giacomo Fabi

Pare che “galeotta” sia stata soprattutto una telefonata ricevuta nel pieno di uno dei tanti scioperi della fame e della sete, mentre era alle prese con medici e seguaci che facevano a gara nello scongiurarlo a non proseguire oltre in quella forma di estrema protesta contro la condizione carceraria contestazione. Inutilmente, però. Alla fine, solo la voce di Papa Francesco è riuscita a far desistere Marco Pannella dall’oltrepassare quel limite di umana resistenza oltre il quale c’è solo “Sorella Morte”. Comincia così – secondo quanto riportato da Il Giornaleche sul punto ha anche sentito il vaticanista di Radio Radicale Giuseppe Di Leo – la conversione al cristianesimo dell’indomito mangiapreti.

Da mangiapreti a “bergogliano”

A ben guardare, tuttavia, l’avvicinamento di Pannella alla religione è solo a prima vista un’inversione ad “u”. In realtà, nel corso di tutta la sua vita politica, il leader radicale ha sempre puntato a distinguere la religione dall’istituzione (il Vaticano) che la rappresentava. E se la seconda in qualche slogan degli anni ’70 doveva persino finire sul rogo come Giordano Bruno, alla cui statua in Campo de’ Fiori Pannella ha regolarmente reso omaggio, la prima è stata sempre guardata con rispetto fino ad assurgere rispetto ad alcuni temi radicali come la non-violenza o l’impegno contro la fame nel mondo una vera e propria fonte di ispirazione.

Per Giuliano Ferrara il Papa «piace troppo»

Alla luce di questi precedenti, è evidente che il percorso di Pannella appare condizionato dalla figura e dal messaggio di Papa Bergoglio. Non è un mistero che personalità di solida cultura laicista come Eugenio Scalfari stiano molto battendo sul tema della “modernità” del Pontefice con entusiasmo a volte addirittura eccessivo. Tuttavia, se persino l’alfiere dell’introduzione del divorzio e dell’aborto, entrambi ottenuti a dispetto delle gerarchie vaticane, se persino l’instancabile agitatore del tema dell’eutanasia o della legalizzazione delle droghe cede al fascino del Pontefice, vuol dire che probabilmente qualcosa nella percezione del magistero della Chiesa sta cambiando. A meno che non si voglia dar ragione a Giuliano Ferrara quando sostiene che il merito è tutto di questo Papa che «piace troppo».

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