Marino applaudito all’Alberone? «Ma mi facci il piacere!» direbbe Totò

21 Nov 2014 15:12 - di Mario Aldo Stilton

Capita. Capita che vai a leggere il dispaccio dell’Ansa nel quale si dà conto dell’incontro del sindaco Marino all’Alberone e ti scappa da ridere. E ti viene pure da pensare a un déjà vu, ai cinegiornali dell’Eiar in bianco e nero. O alle note della mitica agenzia Stefani, la prima d’Italia. Solo che allora, a parte il linguaggio ridondante e un po’ barocco, il consenso descritto era reale. Vero. Palpabile. Per cui sì, lo confessiamo: a leggere l’Ansa di Marino in visita al quartiere Appio della Capitale siamo scoppiati a ridere. Una di quelle risate fragorose. Incontenibili. Alla maniera del grande Totò di “ma mi facci il piacere…!“. Perché Ignazio Marino, proprio lui, l’incubo di ogni romano, sarebbe stato addirittura osannato. Anzi, di più. Invitato a resistere. “Resisti Marino, resisti”, ci fa sapere il cronista, è stato il coro che ha accolto il primo cittadino della Capitale. Coro urlato da un gruppo di partecipanti perché “…lo stanno facendo nero i suoi amici del Pd  e quelli di destra…perché lui vuole chiarezza”.

Scherzo o abbaglio?

O è uno scherzo o abbiamo preso un abbaglio. Non si scappa. E ci sta che abbiamo preso un abbaglio. Potrebbe essere. Perché magari non abbiamo visto bene. Siamo ammorbati dal pregiudizio. Perché magari, ad onta di ciò che pensiamo,  Roma è una città sempre più pulita e vivibile, è crocevia di culture e di felicità diffuse. Perché forse alle fermate dei bus quelle che si sentono non sono imprecazioni e bestemmie, ma benessere e serenità. E ci sta che ci siamo sbagliati, perciò. E quindi non è vero che ci sono sempre più accattoni e molestatori seriali. Quelli non sono reali. Quelli li immaginiamo noi che ce l’abbiamo col povero Marino. Né è vero che la sporcizia e lo spaccio la fanno da padrone sia in centro che in periferia. E neppure che si muore di traffico. E nemmeno che i parchi somigliano sempre più a discariche. Questi affezionati supporter del sindaco stanno lì a dimostrarci che la realtà può essere diversa da quella che ci appare. Già, basta poco. Basta covincersene. Basta sognare.

 

 

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