Immigrati, “Triton” si avvia già verso il naufragio: caos tra Gdf e Marina

18 Nov 2014 16:42 - di Guido Liberati

Triton e Mare Nostrum, una convivenza difficile, che fa litigare Guardia di finanza e Marina Militare e anche Italia ed Europa. Il ministero dell’Interno ha chiesto a Frontex che il centro di coordinamento dell’operazione – iniziata l’1 novembre scorso – venga spostato dal Comando aeronavale della Guardia di finanza di Pratica di Mare (Roma), al Comando della Squadra navale della Marina Militare a Santa Rosa (Roma). Ma da Varsavia, sede dell’Agenzia europea delle frontiere, la risposta è stata negativa: il coordinamento della missione deve restare a Pratica di Mare. Intanto, continuano gli sbarchi e nel 2014 si è superata abbondantemente quota 150mila, contro i 43mila dell’intero 2013. In 25mila nel primo semestre dell’anno hanno presentato domanda di protezione internazionale. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, lo scorso 31 ottobre, alla vigilia della partenza di Triton, aveva spiegato che prima della chiusura di Mare Nostrum – prevista per il 31 dicembre – ci sarebbe stata una «fase di accompagnamento» della durata di due mesi, nel corso della quale le due missioni – quella italiana e quella europea – avrebbero convissuto. «Prevediamo due mesi di uscita dolce», aveva aggiunto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Ma la convivenza non si è dimostrata né facile né dolce.

Spunta il conflitto tra Marina Militare e Guardia di Finanza

Le due operazioni hanno scopi, ambiti d’azione e budget diversi: mentre quella italiana ha anche obiettivi umanitari ed i suoi mezzi si spingono fin quasi a ridosso delle coste libiche, Triton opera nel perimetro delle 30 miglia dal litorale italiano con il fine di controllare i confini Schengen. Finora sono stati pochi – tre o quattro – gli interventi dei mezzi Frontex. E sempre su segnalazione della Marina, che opera vicino alle acque libiche ed intercetta prima i barconi. Lunedì la Marina Militare ha fatto sapere di aver soccorso nel fine settimana 1.500 migranti su diverse imbarcazioni ed ha tenuto a sottolineare che «continuano le operazioni navali di sorveglianza e sicurezza marittima della Marina nello Stretto di Sicilia». Sono stati recuperati anche due morti dopo il naufragio di un barcone a 30 miglia a nord di Tripoli. Come avvenuto in passato per le altre operazioni targate Frontex, il Centro di coordinamento internazionale è stato stabilito presso il Comando aeronavale della Guardia di finanza. La Marina opera autonomamente in Mare Nostrum, con una nave anfibia e tre unità minori che incrociano nel Canale di Sicilia, a 50 miglia dalla Libia. Ma nel corso di una riunione tecnica, lo scorso 3 novembre – come riportato dal Corriere della sera – la Marina Militare ha rivendicato per sè il coordinamento di entrambe le missioni. Anche sulla base del fatto che Triton si sviluppa oltre le 24 miglia miglia dall’Italia, spazio di competenza della forza armata. La Guardia di finanza ha espresso la sua contrarietà.

La richiesta di Alfano e Pinotti respinta da Varsavia

Da parte loro, Alfano e Pinotti avevano concordato tra di loro in un incontro il 31 ottobre, alla vigilia della partenza di Triton, che la soluzione migliore sarebbe stata portare il coordinamento a Santa Rosa, anche per ragioni di razionalità, efficienza e contenimento dei costi. Lo ha confermato il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione. Ma Varsavia – a quanto si apprende – per ora avrebbe detto no, anche sulla base del fatto che Frontex è un’operazione di polizia, non può quindi essere coordinata da una forza armata.

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