Fini e Storace “cinguettano” tra dubbi, meriti ed errori. Gasparri critico

15 Nov 2014 16:00 - di Valeria Gelsi

Un lunghissimo scambio di battute e cinguettii, nato quasi per caso. Su Twitter è andato in scena il riavvicinamento tra Francesco Storace e Gianfranco Fini. E se è presto per parlare di svolta nei rapporti politici, certamente si può parlare di svolta in quelli umani.

«Fini chi?». E Storace difende il vecchio amico

Tutto è partito da una battuta di Luca Aubert, consigliere municipale di Roma, ex Forza Italia ed ex Pdl, ora diventato capogruppo della Lega dei popoli con Salvini al Municipio 1. «Fini chi?», ha cinguettato Aubert a commento del tweet in cui l’ex presidente della Camera aveva scritto «Il futuro della destra: Salvini? No, grazie!». La prima risposta l’ha data lo stesso Fini: «Quello che ha portato la destra al governo e An al 16%». Ma è stata soprattutto la seconda replica, quella di Storace, a colpire e a dare il via, poi, a quel lungo scambio di interventi che è continuato anche in giornata e che ha preso le strade di numerose bacheche, con ulteriori commenti, domande e risposte.

Riconoscersi meriti ed errori

«Questo è vero», ha scritto Storace, riconoscendo all’ex amico ed ex “capo”, poi diventato avversario (in alcune fasi anche acerrimo), i meriti della sua leadership. «Grazie, Francesco», ha replicato Fini, cui Storace ha poi risposto «Non dimentico né meriti né errori». Lo stesso Fini, interrogato da un altro utente, Francesco Capone, ha ammesso di considerare come proprio errore più grande quello di «aver sciolto An», mentre ha indicato nell’«essersi divisa» l’errore più grande della destra.

Gasparri parla di «killer» della destra

Il tema della divisione dell’area in un rivolo di partiti ha tenuto banco nel corso della conversazione principale ed è stato richiamato anche da Storace. È intervenuto un altro “big” di quella famiglia politica, Maurizio Gasparri: «La destra ha avuto un killer al quale sbagli a fare riconoscimenti», ha scritto il senatore di Forza Italia, rivolgendosi a Storace. «No, Maurizio, c’è stata una gang intera. Sono l’unico che dovrebbe essere arrabbiato, ma voglio rifiutare la rassegnazione», è stata la risposta.

Pronti per ripartire uniti?

Pronti per una ripartenza comune, dunque? Ad oggi non si direbbe. «Ma che aspettate a rimettervi insieme?», ha chiesto Nico Mottola in uno dei rami della conversazione. «Troppi veti e controveti», è stata la risposta di Storace, mentre Fini ha suggerito «Francesco, ricominciamo dalla Fondazione». «Ho mille dubbi», è stata la risposta di Storace. E, grosso modo, il capitolo politico è finito lì. Non quello dei rapporti personali, però. «È uno dei pochi che, nonostante gli avvenimenti, non dimentica i rapporti umani», ha scritto Fini. «In un mondo senza umanità, ormai fa notizia», ha risposto Storace.

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