«Hai capelli tinti di blu, via dalla scuola»: il caso finisce in tribunale

11 Nov 2014 17:43 - di Guglielmo Federici

Per essersi tinta i capelli di blu a una giovane di 18 anni è stato impedito la frequentazione in una scuola superiore paritaria gestita dalle Suore salesiane dei sacri cuori di Barletta. Da allora studia privatamente per prepararsi all’esame di maturità e i genitori hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri. La famiglia della giovane lamenta anche che l’originario regolamento di disciplina interno («ogni studente è tenuto con la collaborazione e la supervisione della famiglia a indossare un abbigliamento consono all’ambiente educativo») è stato solo di recente modificato con un’integrazione relativa a colore e taglio dei capelli.

Le regole sono regole

«Questa è una scuola cattolica e ci sono delle regole e chi si iscrive a questa scuola le conosce, lo sa. Se lasciassimo fare a ciascuno quel che vuole, qui dentro diventerebbe un arcobaleno». Così commenta quanto accaduto una suora dell’istituto Salesiano di Barletta. La madre superiora, suor Gianfranca Petruzzella, che è anche dirigente scolastico dell’Istituto, e che avrebbe cacciato la studentessa, provocando l’ira dei genitori e anche la decisione di denunciare l’accaduto ai carabinieri e intentare causa alla scuola, ha fatto riferire ai giornalisti di non essere disponibile a parlare della vicenda che si presta a polemiche di ogni tipo.

La parola passa ai legali

Capelli molto corti, tinti di un bel blu. Un vezzo da giovanissima, che in tanti hanno a quell’età. Ma le regole sono regole e, in più, chi si iscrive a quella scuola le conosce bene. Ma si conoscono anche tante eccezioni al rigore delle regole. Vediamo quotidianamente suore allo stadio e a X Factor cantare Like a Virgin di Madonna. Poi magari una ragazza non si sente colpevole se pretende di entrare in classe dalle suore con i capelli blu, non percepisce lo stacco dalla norma. Può accadere quando gli imput che vengono dalla società o dalla tv sono variegati e contraddittori. A 18 anni è facile fare cavolate e bravate. Ora la palla  è passata in mano ai legali. Una guerra che non ha giovato all’allieva, attesa a giugno dagli esami di maturità: in attesa che la legge si esprima.

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