Nozze gay, Alfano: su di me una violenza inaudita

8 Ott 2014 12:00 - di Gloria Sabatini

«Mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita pur avendo solo esercitato la legge». Il giorno dopo la pioggia di polemiche che ha assalito il ministro Angelino Alfano per la circolare sul divieto di trascrizione delle nozze gay, è lui stesso a esprimere sconcerto dai microfoni di Agorà. Grillini, democrat, sindaci progressisti, che si sono ribellati alla direttiva, si sono accaniti contro l’inquilino del Viminale in un tam tam che ha portato al processo a mezzo stampa per omofobia. Un’altra dimostrazione, l’ennesima, che sul terreno dei diritti delle coppie omosessuali il livore ideologico impedisce una riflessione approfondita e scatena l’intolleranza verbale. «Quello che mi ha davvero impressionato, a fronte di una direttiva ai prefetti che li invita a invitare i sindaci a rispettare le leggi e a non fare in Italia cose che le leggi non prevedono – ha affermato alle telecamere della trasmissione di Rai3 – è che mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti  da parte di associazioni e di giornalisti, e oggi da parte di titoli di giornali e di esponenti politici». Sulla registrazione delle nozze gay all’estero – ha ripetuto – ho solo esercitato la legge. Alfano ha poi ribadito le posizioni già espresse che lo vedono contrario alle nozze di persone dello stesso sesso: sulle unioni di fatto sono laico, ma la famiglia non si tocca. Il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna. Ignazio Marino non si è fatto scappare l’occasione per unirsi al coro degli indignati dal presunto oscurantismo di Alfano. «Chi cerca oggi una conflittualità sull’amore vive probabilmente nel secolo sbagliato. Ritengo che una discussione di questo tipo sulle unioni civili nel 2014 rifletta sentimenti, visioni del ‘900, del secolo passato. Penso che oggi chi si ama debba avere la possibilità di vedere riconosciuto il proprio amore e i propri sentimenti».

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