«L’Isis ci ha scavato la fossa». Drammatico appello dei tedeschi rapiti. Nuovo allarme in Italia ed Europa

15 Ott 2014 16:21 - di Redazione

Nuovo drammatico appello di uno dei due tedeschi rapiti nelle Filippine dal gruppo terroristico islamico Abu Sayyaf. L’ostaggio racconta che i terroristi hanno già preparato la fossa e gliela hanno mostrata, in vista della scadenza dell’ultimatum il 17 ottobre. «Dicono che questa sia la mia fossa», ha affermato secondo quanto scrive la Dpa.

Si tratta di una fossa di 3 metri di profondità, secondo quanto ha raccontato l’ostaggio, un medico di 73 anni, rapito insieme a sua moglie di 55. L’ostaggio ha parlato con una radio locale di Zamboanga. I due cittadini tedeschi, che si trovavano nel Paese per la passione della vela, sono finiti nelle mani del gruppo di ribelli del sud delle Filippine ad aprile. Abu Sayyaf minaccia di decapitare il 73enne, se non saranno versati 4 milioni di euro entro il 17 ottobre. Nelle scorse settimane, i terroristi avevano anche chiesto a Berlino di rivedere la sua politica contro Isis in Iraq e Siria, ricevendo un netto rifiuto dal governo tedesco. Un portavoce dell’organizzazione terroristica, parlando oggi alla radio, ha affermato che i terroristi sarebbero adesso disposti a trattare con uno specifico interlocutore del ministero degli Esteri. Un altro portavoce aveva invece rigettato questa opzione. Nei giorni scorsi, in un altro appello, era stata la donna rapita a descrivere le terribili condizioni di vita nella giungla, cui la coppia è costretta dai suoi aguzzini.

In Italia, intanto, il Consiglio supremo di difesa lancia un nuovo allarme sulla sicurezza sia nel nostro paese che nel resto d’Europa: «La pressione militare dell’ISIS in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l’Europa e per l’Italia, l’Italia, insieme a Onu e Ue, consideri con estrema attenzione gli eventi ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l’ulteriore destabilizzazione della Libia», spiegano i membri dell’organismo presieduto dal Capo dello Stato. «La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l’esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali», conclude il Consiglio, riunitosi al Quirinale. 

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