Il premier cinese in Italia accolto in pompa magna. Rampelli: «Non è un ospite gradito»

13 Ott 2014 16:14 - di Guglielmo Federici

Non, non è il benvenuto il premier cinese Li Kequiang, che si appresta a venire in Italia  per il vertice Asem, con l’alta finanza e i giornali affiliati che gli danno il benvenuto e suonano la fanfara in vista degli “affari” commerciali prossimi venturi. Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale al contrario giudica «non gradita la sua presenza», come dichiara il capogruppo di FdI alla Camera, Fabio Rampelli. Che il «cosiddetto premier», venga in Italia a darci «lezione di politica e  di economia» è inaccettabile. Non si può sempre avere la memoria corta e parlare di libertà e diritti civili quando fa comodo, a intermittenza. Questo è un anno particolare. «Noi non dimentichiamo piazza Tienanmen, di cui quest’anno si è commemorato (ma non nel Parlamento italiano) il 25mo anniversario, né dimentichiamo le riforme che il Partito comunista ha negato al popolo cinese, costringendolo in catene. Abbiamo in memoria i Lao Gai, terribili campi di lavoro forzato sui quali il mondo occidentale ha calato la cortina di silenzio, così come non ci arrendiamo all’inevaso è legittimo desiderio d’indipendenza e libertà del Tibet», afferma Rampelli. «Ma soprattutto non dimentichiamo Hong Kong e la rivoluzione degli Ombrelli, un’occasione di cambiamento trasformata in tragedia dal dittatore testardo e ottuso. All’albero sempre verde dell’amicizia Cina-Italia, come la definisce Li Kequiang, preferiamo l’albero sempre verde della libertà, anche se la vigliaccheria del mondo politico e culturale italiano è senza limiti». Dopo i recenti disordini di Hong Kong è veramente surreale sentire parlare il premier cinese di economia, imprese e accordi commerciali. «Quest’anno ricorre il decimo anniversario del partenariato strategico globale tra Cina e Italia e, l’anno prossimo, celebreremo il 45° anniversario delle relazioni diplomatiche», afferma Li Kequiang. «Le relazioni Cina-Italia stanno entrando in una nuova fase di sviluppo più ampio e più profondo, in grado di fornire maggiori benefici a entrambi». Proprio mentre accogliamo in pompa magna il premier cinese, la tensione sta tornando alta a Hong Kong tra gli ultimi manifestanti pro-democrazia che ancora occupano le vie della città e alcuni dimostranti anti-Occupy. Un tafferuglio è scoppiato tra un gruppo di circa 500 persone con il volto coperto e gli ultimi irriducibili nell’area di Admiralty. Gli uomini con il volto coperto hanno cercato di rimuovere le barriere che bloccano l’accesso allo slargo, occupato dall’inizio ufficiale delle proteste, due settimane fa. Ci sono stati arresti. Sì, Li Kequiang non è un ospite gradito.

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