Finmeccanica: Orsi e Spagnolini condannati a 2 anni per false fatturazioni, assolti per le tangenti all’India

9 Ott 2014 14:11 - di Redazione

Sono stati condannati a due anni per false fatturazioni l’ex-presidente e ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi e l’ex-ad di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, imputati a Busto Arsizio.  I due sono stati, invece, assolti dall’accusa di corruzione internazionale in relazione a presunte tangenti per l’aggiudicazione di una commessa per 12 elicotteri dal governo indiano.
Secco il commento di Orsi: «Non mi aspettavo niente di diverso, perché non ho commesso il fatto. La tesi accusatoria è crollata di fronte alla mancanza di elementi idonei a rappresentare fatti di corruzione».
I giudici di Busto Arsizio hanno assolto l’ex-ad e presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, e l’ex-ad di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, dall’accusa di corruzione «perché il fatto non sussiste». Lo scorso 3 luglio il pm Eugenio Fusco aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione per Orsi e a 5 anni per Spagnolini. Le difese avevano chiesto invece l’assoluzione dei due imputati, accusati di corruzione internazionale e false fatturazioni. Il collegio giudicante, presieduto da Luisa Bovitutti, oggi ha riconosciuto una provvisionale da un milione e mezzo come risarcimento a favore dell’Agenzia delle entrate, parte civile. Ha disposto inoltre un anno di interdizione dai pubblici uffici per entrambi, e la pubblicazione della sentenza per 15 giorni sul sito internet del ministero della Giustizia. I giudici, condannando a due anni di carcere Orsi e Spagnoli per false fatturazioni, hanno riconosciuto loro le attenuanti generiche e hanno rideterminato il periodo dei presunti illeciti, dal 2009 al 2010. La sentenza verrà depositata entro 90 giorni.
Orsi. che arrestato nel febbraio 2013 aveva trascorso un’ottantina di giorni in carcere e Spagnolini, finito ai domiciliari, erano accusati di aver versato una tangente pari a 51 milioni di euro a funzionari indiani, di cui 14 sarebbero finiti all’influente famiglia dell’ex-capo di Stato Maggiore dell’aeronautica Sashi Tiagy, per favorire AgustaWestland nella gara per vendere 12 elicotteri al Governo indiano vinta dalla controllata di Finmeccanica nel 2010.
L’inchiesta sull’affaire indiano era partita dalle dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica nell’era di Pierfrancesco Guarguaglini.
Al centro anche un presunto finanziamento illecito da 10 milioni alla Lega Nord, che aveva sostenuto la nomina di Orsi al vertice della holding di Stato.
Su questo fronte, però, il pm Fusco ha chiesto l’archiviazione, sulla quale dovrà pronunciarsi il gip di Busto Arsizio, in quanto all’esito delle indagini non è stata raggiunta «la prova del reato di illecito finanziamento» al Carroccio.
Nel luglio scorso la Procura di Busto Arsizio aveva archiviato inoltre il procedimento nei confronti di Finmeccanica, indagata in base alla legge 231 sulla responsabilità in sede penale delle aziende per i reati commessi dai propri dipendenti.
AgustaWestland e la sua filiale inglese AgustaWestland Ltd avevano invece patteggiato il pagamento di circa 8 milioni di euro, che secondo l’accusa equivarrebbe al profitto della presunta corruzione. Nel processo si sono costituite parti civili l’Agenzia delle Entrate, che ha chiesto danni per 8 milioni e 350mila euro a titolo di provvisionale, e il ministero della Difesa indiano.

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