Il “Corriere” accusa la destra di aver perso la bussola. Ma è proprio così?

30 Ott 2014 16:14 - di Alberto Fraglia

Sul Corriere della Sera Pierluigi Battista torna a parlare della destra, della crisi di Forza Italia, della fine del bipolarismo. Analisi articolata, la sua. Dalla quale emergono riflessioni acute, oltre ad alcuni giudizi scontati sulle forze attualmente in campo che rasentano i luoghi comuni. Come quello di continuare a descrivere la nuova Lega di Matteo Salvini come una “destra protestataria che si alimenta di rabbia e sofferenza sociale” (perché? gli umori della maggior parte degli italiani sono forse diversi?); un giudizio tranciante che tende a configurare quel movimento come incapace di governare, dimenticando così che governa Regioni come la Lombardia e il Veneto, che non è proprio poca cosa, oltre a Comuni di una certa importanza.

È saltato il blocco sociale di riferimento

Più calzante ci appare, certamente, l’analisi di quel che definisce lo “smarrimento” della destra di governo e il sopravvivere di una destra che “si aggrappa al carisma residuo di Berlusconi, ma non sa più parlare al suo blocco sociale”. “Agganciandosi alla locomotiva renziana – scrive Battista – spera di intestarsi una titolarità e una nuova rispettabilità costituente nella sfera delle riforme istituzionali, ma senza portare qualcosa di suo, senza convinzione, senza entusiasmo, o per non dare un dispiacere a un leader che sembra amare più il giovane rottamatore della parte avversa che Forza Italia”.

A rischio la democrazia dell’alternanza

Di un centrodestra allo sbando, sconclusionato, privo di mordente, diviso tra chi sta al governo, chi lo sostiene dall’esterno e chi si oppone, abbiamo già scritto sul nostro giornale. Di più, abbiamo spinto la riflessione, molto più di quanto fa Battista, sugli errori commessi e sulle ragioni che hanno allontanato dal centrodestra un elettorato deluso e incazzato. E ci siamo sforzati di indicare anche una via per uscire dalla palude, per perforare la notte che ci avvolge e accendere una luce in fondo al tunnel. Non ci ripetiamo. Dove, invece,  la riflessione di Pierluigi Battista appare ulteriormente stimolate è sul fatto che la crisi di Forza Italia non riguarda solo Forza Italia, ma il nostro sistema politico. Senza una destra che competa e si misuri con la sinistra salta il bipolarismo, viene meno la democrazia dell’alternanza. “Una destra ripiegata in se stessa, rinchiusa nella sua fortezza, attenta a captare ogni variazione nello stato umorale del Re, paralizzata nell’attesa che al suo leader venga restituita piena agibilità politica… una destra così è destinata alla sconfitta, alla testimonianza, all’autoperpetuazione del proprio apparato”.  Difficile dissentire. Il problema è tutto nostro e non si può perdere altro tempo per ricostruire una nuova alternativa. Ma anche al Corriere qualche volta dovrebbero gettare lo sguardo oltre il recinto dei luoghi comuni e intercettare quel che si muove – anche se ancora è poco, lo ammettiamo –  lontano dalle luci della ribalta e dai talk show televisivi che ormai non segue più nessuno.

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