Al Policlinico di Bari come sul ring: il padre di una neonata aggredisce tre medici

4 Ott 2014 18:13 - di Redazione

Brutti cinque minuti per tre medici del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Bari, tra cui il primario Nicola Laforgia, che sono stati aggrediti dal padre di una bambina nata lì 8 mesi fa. L’uomo, un 41enne barese, avrebbe chiesto ai medici spiegazioni in merito a un intervento chirurgico al quale la figlia era stata sottoposta alcuni giorni dopo la nascita, accusandoli di aver manomesso la cartella clinica per giustificare la mancata diagnosi immediata di una malformazione cardiaca congenita. La piccola presentava un restringimento dell’aorta che non sempre è possibile diagnosticare nei primi giorni di vita. Difficoltà respiratorie avevano spinto i genitori a rivolgersi ai sanitari dopo circa una settimana. Diagnosticata quindi la malformazione cardiaca, la bimba è stata trasferita al pediatrico Giovanni XXIII e operata con successo. Ma neanche dopo lo scampato pericolo l’animo dell’uomo si rasserena, così, dopo otto mesi, il padre è tornato al Policlinico aggredendo prima verbalmente e poi con spintoni, i medici che avevano avuta in cura la bimba nei primi giorni di vita. «Se ti prendo fuori da qua ti spacco la faccia» avrebbe urlato al primario alla presenza di altri medici, infermieri e genitori dei piccoli pazienti.

«Nella nostra unità operativa – spiega Laforgia nella denuncia – curiamo circa 2000 neonati l’anno e spesso dobbiamo affrontare problematiche complicate, ma mai in passato è accaduto un fatto di tale inaudita violenza, peraltro da parte di un genitore la cui figlia è stata salvata da morte certa in assenza di qualunque sospetto diagnostici pre o neonatale». Dell’accaduto è stato informato il direttore generale del Policlinico, Vitangelo Dattoli, che ha assicurato «massimo impegno a tutela della sicurezza degli operatori sanitari», perché «registriamo che non infrequentemente medici e infermieri sono sottoposti a stress fisici e psicologici che bisogna reprimere e denunciare». Dattoli ha poi ricordato che «abbiamo calcolato circa 18mila presenze quotidiane nelle ore di punta nel Policlinico, un intero paese, e abbiamo da tempo predisposto un sistema di sicurezza con custodi notturni nei reparti più a rischio, ronde di vigilanti armati h24 e telecamere di video-sorveglianza che saranno presto potenziate».

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