Sgomberato il Cinema America: proiettava più Totti che Fellini, ma la sinistra grida al golpe…

3 Set 2014 14:41 - di Guido Liberati

Resterà quella di Gervinho che esulta sotto la Curva Sud dopo il 2 a 0 alla Fiorentina l’ultima immagine proiettata dal cinema America, storica sala nel cuore di Trastevere, a pochi passi dal ministero della Pubblica Istruzione. Lo sgombero del centro culturale e ricreativo (birra e partita della Roma proiettata sul maxischermo era un appuntamento fisso per gli abitanti del quartiere)  è arrivato all’alba dopo anni di battaglie legali e tentativi di rendere alla città quello che ormai era diventato a tutti gli effetti un centro sociale. Recentemente il ministro dei Beni Culturali aveva richiesto il vincolo di interesse storico-artistico, ma negli ultimi giorni la proprietà ha chiesto lo sgombero. Uno sgombero, ha spiegato uno degli occupanti, che «è scattato dopo la denuncia fatta alcuni giorni fa dalla proprietà per omissione d’atti d’ufficio perché la Prefettura non aveva dato ancora il via libera. Noi – ha sottolineato – avevamo detto che avremmo lasciato pacificamente il cinema al termine dei 90 giorni, quando i vincoli sarebbero diventati effettivi, e senza pretendere di essere coinvolti nella nostra gestione. Avevamo avuto rassicurazioni dalle istituzioni e invece lo sgombero c’è stato». Immediata la solidarietà della sinistra radical chic romana: a partire dal Comitato Tsipras, dagli esponenti romani di Sinistra e libertà e di alcuni esponenti del mondo cinematografico, dall’attore Toni Servillo al regista Paolo Sorrentino, tandem da Oscar de La Grande bellezza. Tutti solidarizzano con gli occupanti che hanno preso possesso del cinema dal novembre 2012, omettendo il piccolo particolare che il bene appartiene a una società privata che ha tutto il diritto di rientrarne in possesso. Sulla bacheca Fb del “Cinema America occupato” pullulano gli attestati di solidarietà da tutta Italia. Bersagli dell’ira dei navigatori, il ministro Pd Franceschini, che aveva promesso una tutela agli occupanti e il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Scrive, tra i tanti, Alessandro C. «E Franceschini dov’è?! Comunque queste cose solo in Italia…». Ancora più amareggiato Andrea H: «Povera Roma, in mano a un sindaco proibizionista, vivisettore e militarizzato. A differenza dei cialtroni del Valle, voi avevate fatto una vera occupazione e non avendo santi in paradiso e parenti alto borghesi affiliati ai salotti che contano, non avete avuto nessuna protezione politica e nonostante il vincolo di Franceschini, ci ha pensato Marino ad accontentare i palazzinari e gli speculatori. Era un bel luogo quello che avevate riportato in vita. L’unica speranza è che intervenga seriamente il Ministero dei Beni Culturali». Sulla bacheca, tuttavia, spuntano anche voci fuori dal coro: Andrea S. è felice: «Daje, onore alla polizia: avete finito de insozzare tutto il rione. Trastevere vi disprezza!». Ancora più perfido Luca S., che ironizza sulla programmazione più curvarola che culturale degli “okkupanti”: «E mo’ e partite da Roma in scempions ligghe ‘ndo me le vedo?»

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