Putin superstar: secondo i russi è lui la più alta “autorità morale” della nazione

25 Set 2014 16:56 - di Antonio Pannullo

La principale autorità morale della Russia? Putin. È quanto emerge da un sondaggio dell’istituto statale Fom. Alla domanda se le celebrità possano essere considerate autorità morali, il 60 per cento degli intervistati ha risposto affermativamente e il 36 per cento di loro ha indicato Putin. Il leader del Cremlino precede figure come il defunto premio Nobel Aleksandr Solgenitsin e il pianista Denis Matsutev, che hanno raccolto il 9 per cento dei consensi. Anche il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov e quello della Difesa Serghiei Shoigu godono di credibilità sul piano morale, rispettivamente con il 6 per cento e il 5 per cento. Ciò che più stupisce è che il patriarca della Chiesa ortodossa, Kirill, ha registrato solo un misero 1 per cento, al pari di Stalin, del leader ceceno Ramzan Kadyrov, del giornalista Vladimir Posner e della leggenda dell’hockey sovietico Vladislav Tretiak. Quello che è certo è che Putin sta gestendo benissimo la crisi ucraina, dando appoggio ai russi ovunque essi siano. Certo, è l’eredità dell’Urss, ma la questione viene ancora più da lontano, dagli zar, dalla Russia imperiale, da Dostoevsky dei fratelli Karamazov. A questo proposito, Mosca ha organizzato nell’estremo oriente russo la più colossale esercitazione delle sue forze armate dai tempi dell’Urss mobilitando 100.000 militari, più di 1.500 carri armati, 120 aerei, 5.000 mezzi bellici e 70 navi da guerra. Durante l’esercitazione – denominata “Vostok-2014″ – i militari russi si sono addestrati tra le altre cose a rispondere a un attacco aereo, respingere uno sbarco di truppe nemiche e attaccare una portaerei. L’attacco concentrico contro la Russia, capitanato dagli Stati Uniti, gli ha fruttato la difesa di personaggi insospettabili: in una intervista a Rossiskaia Gazeta, il quotidiano ufficiale del governo russo, il tre volte premio Oscar Oliver Stone ha preso le difese di Putin e della sua politica in Ucraina, accusando Usa e Nato di aver minacciato gli interessi geo-politici della Russia e disatteso le promesse fatte a Gorbaciov. «Numerosi americani non capiscono che Putin difende gli interessi geopolitici cruciali della Russia» nella crisi ucraina, ha sostenuto il cineasta, che sta girando un film su Snowden, l’ex talpa del Datagate fuggito in Russia (dice di averlo incontrato a Mosca), e co-producendo con gli ucraini un documentario dal titolo ‘Ucraina in fuoco”, per il quale vorrebbe intervistare Putin. La Nato, accusa, ha corteggiato «l’Ucraina allo scopo di privare la Russia della sua flotta a Sebastopoli», in Crimea, poi annessa da Mosca dopo un controverso referendum. A suo avviso, la crisi in Ucraina è frutto della strategia della Nato, che tenta di avvicinarsi alle frontiere russe nonostante le assicurazioni date da Washington all’allora presidente sovietico Mikhail Gorbaciov. Il regista, autore di vari film politici su vicende come l’assassino di Kennedy e lo scandalo Watergate, ha lodato Mosca per aver dato asilo politico a Snowden, dimostrando così che «esiste una alternativa al mondo controllato dagli Usa». Stone ha espresso la sua ammirazione per Putin come «uomo forte che ha saputo fondare un nuovo ordine statale restituendo ai russi orgoglio, concordia e identità». E per l’Italia c’è una buona notizia, a differenza dello spettro energetico prospettatoci dall’Unione europea: «Le nostre società energetiche sono affidabili, l’Italia e l’Europa non congeleranno», ha infatti detto l’ambasciatore russo, Sergey Razov, intervenendo al seminario organizzato da Intesa Sanpaolo e dall’associazione Conoscere Eurasia. «Tutti quanti sono preoccupati per le forniture di gas – ha aggiunto l’ambasciatore – ma non bisogna dimenticare che la Russia assicura la sicurezza energetica in Europa e, per quanto riguarda l’Italia, ha dei rapporti commerciali profondi, una storia di collaborazione lunga che mi auguro possa continuare».

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