Primarie flop in Emilia, il Pd sceglie Bonaccini con il voto di soli 58mila militanti

29 Set 2014 9:55 - di Redazione

Stefano Bonaccini è il candidato presidente del centrosinistra per l’Emilia-Romagna: è lui, infatti, ad aver vinto le primarie della coalizione: con il 61% ha staccato il suo unico avversario, l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani che, da candidato sostenuto da pochissimi dirigenti del partito ha preso il 39%. Ma il dato che più preoccupa il centrosinistra è quello dell’affluenza: hanno votato appena 58mila elettori. Il dato è difficilmente paragonabile con i precedenti perché era la prima volta che in Emilia-Romagna si teneva una consultazione solo regionale. Alle precedenti primarie nazionali, in Regione, hanno votato sempre più di 400mila persone. Alle primarie per i parlamentari, convocate in fretta e furia il 30 dicembre 2012, votarono in 151mila. L’aspetto più preoccupante, tuttavia, è che il Pd in Emilia-Romagna ha circa 75mila iscritti: almeno uno su tre, fra chi ha in tasca la tessera del partito, ha dunque scelto di disertare le urne. Un problema che il Pd, a meno di due mesi dalle elezioni, non potrà permettersi di ignorare. Assente giustificato è stato Romano Prodi. Il professore ha fatto sapere che avrebbe voluto partecipare, come ha sempre fatto, ma una bronchite lo ha costretto a rimanere in ospedale dove è ricoverato da qualche giorno. Niente di grave, ma la necessità di un riposo assoluto. Ha votato nella sua Piacenza, invece, l’ex segretario Pier Luigi Bersani. Subito dopo la notizia della vittoria, a Bonaccini è arrivato un sms di complimenti da Matteo Renzi, del quale, negli ultimi mesi, è stato uno stretto collaboratore. «Ovviamente sono molto contento – ha detto Bonaccini – orgoglioso e onorato di questa responsabilità che mi hanno consegnato gli elettori. Questo è il primo tempo e come ho sempre detto la cosa più importante è il risultato finale. Finalmente ora avremo quasi due mesi per fare una campagna elettorale vera che è quella con gli avversari». Bonaccini ha invece minimizzato il calo dell’affluenza: «Ci aspettavamo di più», ha ammesso, ma ha anche ricordato che queste primarie non hanno avuto il traino nazionale e sono state organizzate in pochissime giorni.  Secondo Balzani invece (che ha comunque offerto la sua collaborazione al vincitore ed ha parlato di un “clamoroso successo personale”) il flop della partecipazione è stato “una precisa strategia del partito” che non ha adeguatamente pubblicizzato la consultazione elettorale. Si chiude così una delle pagine più travagliate del centrosinistra dell’Emilia-Romagna, cominciata con le dimissioni di Vasco Errani dopo la sua condanna in appello per falso ideologico e proseguita con un percorso accidentato per la definizione del candidato, segnato dalle inchieste della procura sui rimborsi per i gruppi elettorali (per Bonaccini, inizialmente coinvolto, è stata richiesta l’archiviazione), ma anche da scontri fra correnti e ipotesi di candidati calati dall’alto. Adesso toccherà a Bonaccini ricompattare tutto per non correre rischi in un’elezione dove il centrosinistra parte con oltre 30 punti di vantaggio sugli avversari.

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