Ogni giorno continuano a gettare fango su Putin. Inutile, ha già vinto (in casa e in trasferta)

18 Set 2014 18:39 - di Francesco Signoretta

Lo definiscono “l’uomo forte che più forte non si può” della Santa Madre Russia e contro di lui si è scatenata una guerra condotta con l’arma della menzogna e del fango, con notizie spesso false e il più delle volte gonfiate ad arte. La popolarità di Putin però continua a crescere e non solo in patria, con il web che lo incorona nuovo “zar”. E qui da noi nasce anche un “Vladimir Putin Italian Fan Club”, che già conta oltre 30mila persone. Tante le prese di posizione che hanno dato fastidio a un Occidente sbiadito e a una sinistra senza anima: dalla legge contro la propaganda gay alla difesa della famiglia, passando per il concetto di identità nazionale. Non c’è alcun dubbio: ai centri di potere e alle cancellerie europee piaceva più Bors Eltsin, spesso alticcio, che stava svendendo la Russia, privatizzava mettendo il patrimonio dello Stato in mano ai nuovi oligarchi che poi Putin ha ridimensionato e sta ridimensionando e faceva ridere gli americani e le Cancellerie di  di Londra, Parigi, Berlino e Washington. Con Putin certe cose non si possono fare più. Intanto perché la Russia non è più allo sbando, la potenza militare è in gran parte ricostituita i servizi segreti hanno ripreso a funzionare. Così si cerca di “impallinare” Putin con cose senza fondamento. L’ultima trovata vale  per capire anche il resto. Una vera e propria “bufala” con minacce al mondo intero. «Se voglio – riferisce  il giornale tedesco Suddeutsche Zeitung  con dovizia di particolari – posso far arrivare in due giorni le mie armate a Riga, Vilnius, Tallinn, Varsavia e Bucarest». Il testimone del fatto? Pietro Poroshenko, presidente dell’Ucraina che lo avrebbe poi riferito  a Kiev a José Manuel Barroso. Troppo, perché tutto potesse restare senza replica: il portavoce del presidente russo prende carta e penna e smentisce tutto, ma intanto la notizia ha fatto il giro di tuitte le capitali. Passa invece quasi sotto silenzio (ma sul web gira un filmato che ha ottenuto una valanga di condivisioni) un gesto del “nuovo zar”: un migliaio di licenziamenti annunciati e poi ritirati grazie a lui. Su facebook impazza la storia: Putin si presenta in fabbrica, striglia gli imprenditori, chiede loro di mettere le carte sul tavolo e alla fine pretende e ottiene che i lavoratori vengano reintegrati sul posto di lavoro. Mille famiglie ringraziano. Chissà se nell’illuminato Occidente qualcuno sarebbe stato capace di fare altrettanto. O di conquistare il cuore del popolo del web.

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