Nuova fumata nera per Csm e Consulta. L’ira di Napolitano: basta preclusioni e pretese settarie

17 Set 2014 14:19 - di Redazione

Di fumata nera in fumata nera si è arrivati a quota 11 e il Quirinale fa sentire la sua voce. Il Parlamento non trova la quadra sull’elezione dei membri di Csm e Consulta.  Luciano Violante e Donato Bruno non ce l’hanno fatta: solo 526 voti all’ex presidente della Camera (lieve flessione sui 530 di lunedì) e 544 (ne aveva 529) al candidato azzurro. Non va meglio per l’elezione degli ultimi due “laici” da mandare all’organo di autogoverno della magistratura: anche per loro, le Camere non hanno raggiunto il quorum necessario dei 3/5 dei votanti: Luigi Vitali (Forza Italia) ha ottenuto 389 voti, mentre i candidati grillini Alessio Zaccaria e Nicola Colaianni si sono fermati a 140 e 136.  Dopo il pressing preoccupato del Guardasigilli, Andrea Orlando, («alcuni dei provvedimenti assunti con la riforme del governo comportino un aumento del lavoro del Csm e il fatto che l’elezione si trascini rischia di portare una situazione preoccupante») e l’invito a fare presto di Pietro Grasso è arrivata la dichiarazione durissima di Giorgio Napolitano. «Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune  solleva gravi interrogativi. Che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravità», sottolinea il capo dello Stato, non so se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione. Di recente si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale. Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dalla Camera) anch’essa maggioritaria. Ma quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza». E giù parole di fuoco sul rischio che prevalgano «immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte» che paralizzano l’intero meccanismo. A metà mattina la linea di Forza Italia è ancora quella di insistere sul tandem Violante-Bruno per la Consulta e scheda bianca per il Csm. Si sta valutando infatti l’ipotesi di sostituire con un altro nome il candidato Luigi Vitali, che deciderà sull’eventuale passo indietro dopo un colloquio con Silvio Berlusconi. Anche dal Pd arriva, al momento, la conferma su Violante. «Non abbiamo notizie diverse per ora», spiega un deputato dem aggiungendo che ai parlamentari Pd, però, non è stato ancora inoltrato l’sms con le indicazioni di voto.

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