Il Pd si scopre garantista con i suoi indagati: in Emilia le primarie si faranno anche con chi è stato “avvisato”

13 Set 2014 9:42 - di Redazione

La svolta garantista che non ti aspetti. «Il Pd è sempre lo stesso, rispetta la magistratura ma pensa anche che un’iscrizione nel registro degli indagati o un avviso di garanzia non siano una condanna». Le parole del vicesegretario del Pd Lorenzo Gurini, a Repubblica, segnano la strada a una posizione politica nuova, rispetto all’atteggiamento forcaiolo tenuto, da sempre, nei confronti degli avversari politici alle prese con problemi giudiziari. «Non esiste un caso Emilia e vanno respinte letture complottiste. Da cittadino – commenta Guerini – mi lascia perplesso che un procedimento per peculato rimanga aperto per due anni. Forse sarebbe stato meglio risolvere la cosa in tempi più rapidi». L’esponente Dem aggiunge che “da parte della magistratura non c’è stata alcuna volontà di interferire nel processo decisionale del partito. Bonaccini ha fornito ai giudici spiegazioni, credo molto convincenti, chiare e precise”. E le primarie, assicura il vicesegretario Pd, “certo, si faranno. Sono state convocate e vanno fatte. Saranno gli elettori e i militanti del Pd a decidere chi sarà il nostro candidato alla presidenza della Regione Emilia Romogna”.

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