Debiti della Pa, Gasparri: “San Matteo” non li ha pagati

20 Set 2014 12:50 - di Valerio Pugi

«La tappa del 21 settembre, San Matteo, ci vede ancora distanti dal traguardo del pagamento di tutti i debiti della Pubblica amministrazione alle imprese». Lo sostiene il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ricordando la promessa del premier Matteo Renzi. All’appello mancano ancora 21,4 miliardi di euro che gli imprenditori devono riscuotere. Al 21 luglio 2014 sono stati pagati alle aziende 26.139 milioni, pari al 55% dei 47.519 milioni di euro stanziati con lo “Sblocca debiti” e con la legge di stabilità 2014. Secondo la Cgia la Pubblica amministrazione deve alle imprese ancora 35 miliardi di euro. «Purtroppo – osserva la Cgia – la promessa non è stata mantenuta». Secondo i dati forniti dal ministero dell’Economia, nel biennio 2013-2014 sono stati messi a disposizione 56,8 miliardi: entro il 21 luglio 2014 (ultimo aggiornamento disponibile) ne sono stati pagati 26,1. In buona sostanza l’incidenza dei pagamenti effettuati sul totale delle risorse stanziate si ferma al 46%. Per estinguere completamente le risorse a disposizione le aziende devono ricevere ancora 30,7 mld di euro. Stando alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal ministro Pier Carlo Padoan, dopo il 21 luglio sarebbero stati pagati altri 5/6 mld. Pertanto la cifra totale erogata sino ad oggi dovrebbe attestarsi attorno ai 31/32 miliardi di euro, pari al 56% circa del totale stanziato. In termini assoluti alle imprese rimarrebbero da saldare altri 24/25 mld di euro.
«Renzi farfuglia parlando di siti, registrazioni, erogazioni miracolose di soldi che si moltiplicano come pani e pesci di antica e sacra memoria, ma le cose stanno in altro modo – commenta Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia – I pagamenti sono stati parziali. L’obiettivo 21 settembre è stato mancato. Renzi e Padoan non hanno detto la verità. Ovviamente inventerà nuove favolette. Farà parziali ammissioni, annunci telematici, fuochi pirotecnici. Ma la realtà è evidente: i pagamenti non sono stati completati. Delle due, l’una. O il Matteo di oggi lo ammette. O quello da santificare accetta il rinvio della ricorrenza. Il guaio di Renzi è che per ogni bugia detta arriva il momento della verifica. E non potrà sempre invocare il noto detto “passata la festa gabbato lo santo”.
Perché gli potremmo ricordare – conclude Gasparri – anche che si dice: “scherza con i fanti ma lascia stare i santi”. E Renzi peraltro ha lasciato pure i “fanti” senza contratto…».

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