«Vietato abbinare Pescara al nome di d’Annunzio»: la circolare della vergogna del nuovo sindaco Pd

5 Ago 2014 16:07 - di Guido Liberati

Pescara città dannunziana? Non più, da quando c’è il sindaco del Pd, Marco Alessandrini. Il primo cittadino, eletto nel giugno scorso al posto del sindaco di centrodestra Luigi Mascia, ha preso tra i primi provvedimenti il più bislacco che si potesse immaginare. La rimozione del logo di “Pescara, città dannunziana”. In una circolare indirizzata ai dirigenti comunali Alessandrini ha fatto divieto di utilizzare il logo con l’immagine del Vate nella documentazione ufficiale del Comune. Via quindi da carta intestata, sito internet e pubblicazioni varie. Motivo della scelta? «Sobrietà istituzionale», ha spiegato il primo cittadino pescarese. Come se il poeta considerato tra i grandi della letteratura di ogni tempo, rendesse meno sobria la città pescarese con il suo abbinamento. Il logo di «Pescara città dannunziana» era stato istituito dalla giunta guidata da Mascia con una delibera del 21 gennaio 2010, «allo scopo», recitava il provvedimento, «di diffondere e promuovere in maniera adeguata l’immagine dell’ente e della città, legandola ad uno dei suoi cittadini storicamente più rappresentativi». Il Comune aveva ricevuto persino l’autorizzazione dei discendenti di d’Annunzio ad utilizzare quel logo, disegnato e donato al Comune dal giornalista Silvano Console. Poi, nel 2013 al logo si era aggiunto anche il simbolo per celebrare i 150 anni della nascita del Vate. Ora questa cancellazione, che costerà non poco alle casse del Comune, dal chiaro significato politico. Il modello amministrativo e politico di Alessandrini, figlio del giudice ucciso negli anni Settanta dai terroristi di Prima linea, è la Milano del suo amico Giuliano Pisapia. Un lampante intento ideologico quello di cancellare il logo come una delle prime iniziative politiche. Non a caso, Alessandrini ha già detto di preferire Ennio Flaiano a d’Annunzio come personalità da associare al capoluogo abruzzese. Come se fosse in atto un derby tra letterati cari alla sinistra o cari alla destra. «Abbiamo già inviato una diffida per bloccare questo provvedimento annuncia il capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, Marcello Antonelli – e faremo l’impossibile per fermare una decisione incomprensibile».

 

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