Sanità del Lazio, i medici ospedalieri attaccano Zingaretti. Gramazio: bocciatura unanime

28 Ago 2014 18:35 - di Redazione

Cittadini, amministratori e ora anche medici ospedalieri. Tutto contro le scelte sanitarie folli di Nicola Zingaretti.  «Amatrice sia d’esempio, potrebbe essere l’inizio di una rivolta sociale. Non si può negare l’assistenza ospedaliera ai cittadini che vivono in territori disagiati, alle comunità montane, né sostituire gli ospedali con punti di primo soccorso o con Case della Salute». Giuseppe Lavra, segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri Cimo Lazio, lancia l’allarme sulla situazione del sistema sanitario regionale e  critica duramente i programmi messi in campo dal governatore. «Il sistema regionale non tiene più – spiega Lavra – e questo è ancora più evidente dopo l’inedita iniziativa di carattere secessionista dei cittadini del territorio di Amatrice, che potrebbe espandersi a macchia d’olio sul territorio e coinvolgere Bracciano, Subiaco, Monterotondo e i Castelli Romani, ai quali si continua a negare un degno servizio ospedaliero». Cimo Lazio, ricorda Lavra, «nei mesi scorsi aveva dato un contributo concreto alla Regione per superare l’annoso problema dei Dea, e, ad oggi, nessuna delle nostre proposte è stata presa in considerazione, né c’è stata alcuna seria riorganizzazione dei Pronto Soccorso ospedalieri. La Regione Lazio è forse l’unica in Italia, al momento, che non si confronta con i sindacati, legittimi rappresentanti dei medici che hanno la conoscenza diretta della realtà operativa sanitaria locale, le competenze specifiche e sono anche legittimamente rappresentativi della categoria». Scende in campo anche Luca Gramazio: «La bocciatura sulle scelte sanitarie di Zingaretti è unanime». Per il capogruppo regionale di Forza Italia del Lazio «evidentemente le sue “rassicurazioni” non convincono: Amatrice ventila la secessione, il Cimo rilancia sul concreto rischio di una rivolta sociale. Zingaretti non può giocare con i territori e i cittadini, soprattutto non può decidere chiusure, declassamenti o ridimensionamenti a spot, senza considerare le ricadute e gli effetti che avrà su un’intera provincia. Intanto – conclude l’esponente di FI – ancora non abbiamo traccia di interventi sulle liste d’attesa infinite o sui pronto soccorso al collasso. Zingaretti continua con pressappochismi e annunci da campagna elettorale, le problematiche della sanità però restano sempre le stesse».

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