Regge la tregua a Gaza e ora si spera in un cessate il fuoco duraturo. Al Cairo arrivano anche gli israeliani

5 Ago 2014 19:17 - di Redazione

Dopo un mese di combattimenti, gli abitanti di Gaza hanno sfruttato la prima giornata reale di tregua per rendersi conto dell’entità delle distruzioni provocate dagli attacchi israeliani e per tentare di tornare a una parvenza di normalità. Dall’inizio dei combattimenti nessun cessate il fuoco era durato tanto a lungo come in questa prima giornata di cessate il fuoco e la circostanza viene letta come un buon auspicio non solo per il mantenimento delle 72 ore di tregua programmate, ma anche per la possibilità che si trovi un accordo duraturo. A questo scopo proseguono i colloqui al Cairo, che ha avuto un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo primo risultato e dove, con alcuni giorni di ritardo rispetto alla delegazione palestinese, è arrivata anche una rappresentanza di Tel Aviv. Israele ha fatto sapere di considerare conclusa la sua missione, avendo distrutto tutti i tunnel di Hamas. A Gaza, intanto, dopo settimane, si sono tornate a vedere famiglie nelle strade del centro. Nei giorni passati solo gli uomini vi si aggiravano. Le banche hanno riaperto i battenti e così molte famiglie, che vivevano delle scorte ammassate a casa, hanno potuto compiere primi acquisti. È stata una giornata di sollievo in tutta la Striscia, dove non si vedevano più militari israeliani e il cielo non era più sorvolato dai droni che tanta distruzione hanno portato nei giorni passati. Le stime parlano di 1.850 palestinesi uccisi e 9.500 feriti dall’inizio della guerra. L’Onu ha calcolato che tra questi vi sono almeno 1.312 civili, tra i quali 408 bambini e adolescenti e 214 donne. Impressionanti, poi, i numeri dei rifugiati. Le Nazioni Unite parlano di 270mila persone costrette a lasciare le proprie case e a ritirarsi nelle 90 scuole gestite dal Unrwa, alle quali vanno aggiunte altre 200mila persone che hanno trovato riparo da amici o parenti. Anche l’entità delle distruzioni è spaventosa e in molti la paragonano a un cataclisma. Intere aree sono state rase al suolo. Inoltre manca l’energia elettrica, la rete fognaria è in parte fuori uso e nel centro di Gaza vengono accumulate quantità ingenti di immondizia. Ma chi ha avuto la casa solamente danneggiata ed è ancora costretto a dormire in scuole pubbliche sta adesso progettando il futuro immediato. Buona parte della popolazione ha fiducia che il cessate il fuoco reggerà e che sarà possibile superare la crisi. In questa atmosfera di cauto ottimismo, si sono dunque visti nuovamente aperti caffè e ristoranti che hanno accolto quanti erano rimasti barrati in casa da quando erano iniziate le operazioni terrestri israeliane.

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