Incensurato freddato a colpi di pistola a Roma da due killer in moto

28 Ago 2014 16:00 - di Redazione

Era a bordo della sua auto, in via Gasperina, in zona Anagnina, quando è stato avvicinato dai due killer in moto che l’hanno ucciso scaricandogli addosso diversi colpi di pistola. I soccorritori lo hanno trovato riverso, adagiato sul volante della sua macchina. E’ morto così Pietro Pace, 40enne incensurato, residente nella zona periferica della Capitale. Un omicidio che, per gli investigatori, sembra davvero inspiegabile. Soprattutto dopo che hanno ascoltato gli amici e i vicini di casa dell’uomo assassinato. Le ipotesi oscillano per il momento fra un regolamento di conti o una vendetta.
«Sembra un incubo, ancora non riusciamo a credere che possa essere stato ucciso in quel modo atroce. Era un ragazzo tranquillo, padre di una bimba di appena 8 anni», dice Franca, una vicina di casa di Pietro Pace.
«Abitava qui al secondo piano da alcuni anni – ha proseguito la donna – prima con la compagna e la figlia, poi dopo la separazione era rimasto da solo. Con la sorella in passato avevano un banco di tessuti e recentemente aveva iniziato a lavorare per l’Ama». I condomini della palazzina sono ancora sotto choc. «Ieri sera c’è stato un via vai della polizia che ha anche effettuato una perquisizione – racconta un residente che abita sul pianerottolo di Pace – non so se fosse finito in brutti giri. Io non mi sono mai accorto di nulla anche se qualcuno mi ha detto che ogni tanto aveva notato dei brutti ceffi entrare nel palazzo». E c’è chi ricorda di averlo visto per l’ultima volta appena un paio di giorni fa. «Domenica sera aveva organizzata una braciolata con gli amici in mansarda – ricorda una ragazza – l’ho sentito ridere e scherzare. Non riesco a credere che sia morto così».
«Conosco Pietro e la sua gemella Lucia da una vita, giocavamo assieme quando eravamo dei bambini. Questa notizia mi ha sconvolto, ancora non riesco a crederci», dice sconvolto un amico.
«Ci incontravamo spesso nel garage del palazzo quando rientravamo da lavoro – ricorda l’uomo – l’ultima volta che l’ho visto era tranquillo come al solito».
L’uomo però non nasconde di aver notato negli ultimi tempi dei movimenti “strani” all’interno della palazzina in zona Anagnina, a poche centinaia di metri dal luogo dell’agguato.
«Ho visto spesso brutte facce entrare e uscire dal suo appartamento – prosegue – magari era finito in qualche brutto giro, forse legato agli ambienti dello spaccio. Ma sono solo ipotesi perché lui negli anni è sempre rimasto un bravo ragazzo che ho conosciuto tanto tempo fa».
Il mistero, insomma, è fittissimo. E ora gli investigatori stanno setacciando la zona alla ricerca di telecamere che possano aver ripreso la scena del delitto e i due killer. Nell’area in cui è avvenuto l’omicidio, infatti, ci sono molti negozi dotati di un servizio di videosorveglianza e investigatori e inquirenti sperano di cogliere nei fotogrammi di una di queste telecamere le immagini dei killer o qualche particolare che li possa aiutare a inquadrare meglio l’agguato.

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