Emergenza sbarchi anche a Napoli, arrivati oltre 300 immigrati: si temono casi di scabbia

30 Ago 2014 16:10 - di Giorgia Castelli

Al porto di Napoli sbarcano 323 immigrati. Alcuni indossano la tuta bianca. Si diffonde subito la notizia che potrebbero essere contagiosi e malati di scabbia. La tensione sale, c’è preoccupazione per eventuali contagi tanto che la Croce Rossa, dopo i primi controlli, cerca di calmare le acque affermando che la situazione è sotto controllo e non ci sono casi sospetti. Ma la paura resta. I 323 immigrati sono giunti a Napoli a bordo della  fregata Scirocco della Marina Militare Italia tra di loro ci sono diciotto donne e sedici bambini, tutti provenienti dall’Africa (prevalentemente da Sudan e Nigeria).

Gli immigrati hanno trovato a terra tre tende (alcune con i cosiddetti posti medici avanzati) allestite nei pressi del molo d’attracco da Croce Rossa Italiana e Protezione civile regionale: lì sono stati visitati dal personale medico e paramedico dell’Asl e della Croce Rossa. I bambini sono stati sottoposti a visita dai pediatri dell’ospedale Santobono della città. In altre tende sono stati predisposti i servizi di ristoro e di identificazione. I primi a toccare terra sono stati donne e bambini: la Croce Rossa Italiana si è fatta carico di circa settanta persone, perlopiù famiglie e minori. Successivamente sono stati fatti sbarcare gli uomini. Al termine dell’identificazione, a bordo di pullman, raggiungeranno le località di destinazione: la maggior parte troveranno alloggio fuori dalla Campania. La Croce Rossa dovrà verificare anche l’eventuale presenza di un caso di malaria. La tensione per i continui sbarchi sulle nostre coste è aumentata a dismisura. E in quest’emergenza infinita, si allunga la lista degli scafisti fermati dalle forze dell’ordine. Un egiziano è stato fermato dalla polizia a Messina perché ritenuto lo scafista di una delle imbarcazioni soccorse in mare dalla nave mercantile “Mid Nature”, che venerdì ha fatto sbarcare 309 immigrati, tra cui alcuni minorenni, al molo Colapesce, a Messina. L’egiziano è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ad indicare l’uomo come uno degli scafisti sono stati numerosi testimoni tra i migranti.

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