Dipendente della mensa della Camera rapina la banca interna: «Ero disperato»

5 Ago 2014 13:38 - di Redazione

Lavorava nella mensa di palazzo San Macuto ed oggi era in ferie, il 38enne arrestato per la rapina di stamattina nella filiale interna. Dipendente della “Milano 90”, una società esterna di servizio per la Camera, e padre di due figli ha detto di avere seri problemi economici. L’uomo è stato riconosciuto dalle telecamere di sicurezza. A quanto ricostruito finora, è entrato regolarmente all’interno dell’edificio e per la rapina ha indossato una maschera rossa da diavolo. Poi è scappato da un’uscita secondaria e ha raggiunto in auto l’ufficio postale di Montesacro dove è stato arrestato dalla polizia mentre versava parte del bottino. Palazzo San Macuto è sede di alcune commissioni del Parlamento, incluso il Copasir, il comitato d’inchiesta sui servizi segreti. Secondo quanto emerso dalle prime testimonianze, l’uomo ha minacciato la cassiera con un taglierino ed è poi scappato da un uscita secondaria dileguandosi tra i vicoli del centro storico. Sulla vicenda sono immediatamente scattate le indagini dell’Ispettorato generale della Polizia di Stato a Montecitorio e il caso è stato risolto in poche ore. Il rapinatore dopo aver arraffato il bottino è scappato con la sua auto parcheggiata fuori dal palazzo e ha raggiunto l’ufficio postale di Montesacro. Quando è stato fermato nei locali dell’ufficio postale il rapinatore di San Macuto, 38 anni, sposato, due figli, aveva appena fatto un bonifico di circa quattromila euro alla moglie. Secondo le prime informazioni l’uomo avrebbe seri problemi economici. «Non volevo farlo, ma ero disperato», ha detto agli agenti subito dopo l’arresto.

“Milano 90” una società esterna di servizio per la Camera. A fine luglio, alcuni dipendenti della società “Milano 90” hanno inscenato una manifestazione di protesta proprio davanti al Parlamento. Con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica, l’ufficio di presidenza della Camera dei deputati, su proposta del collegio dei questori, ha infatti approvato a giugno il recesso dai contratti di locazione di Palazzo Marini. In una nota i sindacati avevano denunciato l’incertezza per il destino dei circa 350 lavoratori della società Milano 90, il cui proprietario è l’immobiliarista Scarpellini, «ai quali è applicato il contratto del turismo e che operano dal 1998 presso la Camera dei deputati con mansioni di addetti alle pulizie, ai servizi mensa e bar, assistenti al personale della Camera, addetti all’accoglienza ospiti, addetti ai servizi postali e assistenti ai convegni, percependo delle retribuzioni che si attestano intorno ai mille euro mensili».

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