A volte ritornano: gli spiriti (maligni) rivogliono Sarkozy e lui già si crede Napoleone

6 Ago 2014 15:43 - di Girolamo Fragalà

A volte ritornano, nonostante tutto. Anzi, come se niente fosse accaduto. Ritornano spavaldi, radiosi, magari con un tocco di abbronzatura e le rughe cancellate grazie a un miracolo. Riconquistano la scena non a furor di popolo ma per volere divino, almeno così raccontano. E così all’orizzonte compare persino Sarkozy il marito di Carla Bruni, l’uomo che pensava di prendersi gioco dell’Italia con i suoi sorrisetti ironici e che era tutt’uno con la Merkel, lo stesso atteggiamento, le stesse parole, un po’ alla Qui, Quo, Qua, i celebri nipoti di zio Paperino. L’ex presidente francese fa anche il modesto, «non ho ancora preso la decisione». Ma subito dopo fa suonare le trombe, arrivando ad affermare, con un bel po’ di presunzione, che l’idea del suo ritorno «è iscritta nelle menti e negli spiriti». Sì, proprio così, «nelle menti e negli spiriti». Saranno spiriti maligni. «Che se ne parli è già un miracolo in sé», racconta Sarkozy in un’intervista al settimanale Valeurs Actuelles. «Dovete capire bene che non è una decisione per mio piacere, non ho rivincite da prendere su nessuno», aggiunge, con un velato riferimento ai compagni di partito dell’Ump e in particolare ai due che si sono sfidati per la sua successione, Francois Fillon e Jean-Francois Copé. Se dovesse tornare, sarebbe solo per «senso del dovere». In verità, negli ultimi tempi sono venute fuori molte notizie su Sarkozy. Una peggiore dell’altra. L’ultima in ordine cronologico, riguarda i suoi cani che, con la loro pipì, hanno danneggiato il mobilio storico della presidenza della Repubblica:  nel maggio 2012, alla fine del mandato presidenziale di Sarkozy, il Mobilier national (che ha la missione di arredare gli edifici ufficiali della Republique) è stato incaricato del restauro di diversi arredi del Salon d’Argent del palazzo presidenziale danneggiati dalle zampe dei tre cani, Toumi, il chihuahua, Clara, il labrador, e Dumbledor, il terrier. In questo salone Napoleone – come già anticipato in un articolo del Secolo – firmò l’atto di abdicazione dopo la sconfitta di Waterloo e il presidente Felix Faure morì di crisi cardiaca nelle braccia della sua amante. Secondo Mediapart, i braccioli di meridiane e poltrone, caratterizzate dalla particolare forma a becco, sono quelli che hanno più sofferto dell’attacco dei cani di Sarkozy. Il costo delle riparazioni dei mobili storici arriva, secondo il sito, a 6.600 euro, che si aggiungono alle ore di lavoro del Mobilier national. Per non parlare poi delle notizie sulle quindici ore di fermo, con due magistrate che marcavano a vista Sarkozy notificandogli ipotesi gravissime di reato. E il suo urlo: «Sono scioccato e umiliato». Dagli altari alla polvere. Ora Nicolas tenta di ribaltare la situazione: dalla polveri agli altari. A meno che non ci sia qualcuno che gli sorriderà ironicamente, sbeffeggiando il suo ritorno. Non è facile imitare Napoleone.

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