Tagliacozzo, esplode la fabbrica dei fuochi d’artificio: tre le probabili vittime, c’è anche un disperso

9 Lug 2014 17:30 - di Redazione

Tre forti esplosioni a distanza di pochi minuti, la terra che ha tremato per chilometri. Poi il fungo di fumo ha rivelato a tutti la tragedia di San Donato. Tre  probabili morti, quattro feriti e un disperso: è il bilancio provvisorio dell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio Pirotecnica Paolelli a Tagliacozzo, in località San Donato (in provincia dell’Aquila). I quattro feriti trasportati all’ospedale di Avezzano, presenterebbero tutti ferite tipiche da esplosione e ustioni di vario genere. Il fronte del fuoco ha raggiunto i cinquecento metri con una superficie bruciata di circa un ettaro e mezzo. Il figlio del titolare, Sergio Paolelli, non ha saputo dire quanta gente ci fosse nella fabbrica al momento degli scoppi, almeno otto persone però erano al lavoro. «Sono stato il primo ad arrivare insieme ai carabinieri, ho visto e sentito il terzo botto sul posto: sembrava un terremoto, seguito da una grossa fumata bianca come quella di una bomba atomica – ha detto il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa – Ho capito al volo che stava saltando la fabbrica. Ho preso l’auto, dimenticando perfino il cellulare, e sono andato di corsa sul posto. I carabinieri, che in linea d’aria sono vicinissimi, mi hanno raggiunto subito dopo». Per il primo cittadino «questo non è un incidente, la scena è quella di un campo da bombardamento. Non ho parlato per ora con esponenti del governo o della Regione, ma con la prefettura. Comunque i soccorsi di vigili del fuoco, carabinieri, polizia e forestale sono stati eccezionali». In base al racconto di alcuni testimoni, le case hanno tremato al punto che si era pensato a un terremoto. Il forte boato prodotto dall’esplosione principale ha causato danni a vetri e persiane fino a Tagliacozzo, che dista qualche chilometro dal luogo dello scoppio. Alcuni hanno definito l’incidente “un finimondo”. Un uomo ha raccontato che si stava allenando in una palestra a cinquecento metri dall’esplosione. Inizialmente due gli scoppi, ha affermato. «Siamo usciti dalla palestra ed è arrivata la terza esplosione violentissima che ci ha scaraventati a terra». Questa terza esplosione,  «ha creato un violento spostamento d’aria». L’opificio aveva subito due ispezioni di controllo nel 2011 e nel 2013. L’esplosione è avvenuta a un anno di distanza da quella di Città Sant’Angelo, sempre in Abruzzo, costata la vita a cinque persone. Il 25 luglio dello scorso anno a Villa Cipressi di Città S. Angelo (Pe) ci furono infatti cinque vittime, tra le quali Maurizio Berardinucci, il vigile del fuoco del comando provinciale di Pescara, intervenuto per portare soccorso e morto tre mesi più tardi in seguito alle ferite all’ospedale Gemelli di Roma.

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