«Sulla cultura abbiamo toccato il fondo»: anche gli attivisti del Teatro Valle contro Marino

3 Lug 2014 13:32 - di Redazione

“Vacanze culturali” c’è scritto su un manifesto, e sotto ci sono loro, quelli del Teatro Valle occupato con pinne, ombrelloni, fucili e occhiali. Un centinaio di manifestanti ha occupato l’assessorato alla Cultura del Campidoglio e promette di non andarsene fino a che «il sindaco Ignazio Marino non ci riceverà». «Denunciamo il fatto che è incredibile che Roma, Capitale del paese, sia da più di un mese senza assessorato alla Cultura – spiega Fulvio, attivista del Teatro Valle – ma soprattutto l’assenza politiche culturali e il degrado del patrimonio culturale romano. Chiediamo un appuntamento col sindaco Marino perché venga accettata e valorizzata l’esperienza di tre anni del Teatro Valle. Stiamo facendo una conferenza all’interno dell’assessorato per comunicare che il Valle non chiude nemmeno d’estate, unico a Roma. Le politiche culturali a Roma le stiamo facendo noi”. “Siamo venuti qui simbolicamente, perche’ qui si era interrotto il processo di dialogo con l’assessorato- ha aggiunto un attivista- Siamo entrati e abbiamo chiesto la sala dove c’eravamo incontrati con l’assessore Flavia Barca. Li’ faremo una conferenza stampa – che era prevista al teatro Valle – e presenteremo anche la nuova stagione. Quale luogo migliore?”.  Una campagna promossa con tanto di foto pubblicata sulla pagina Facebook del Valle occupato. «Abbiamo chiesto un appuntamento col sindaco ed è arrivata la Digos. Forse vogliono che facciamo davvero la prima assemblea dell’assessorato alla cultura nominato dal basso e partecipato?» Da qui lo slogan supportato dalle presenze di maschera e boccaglio: «Abbiamo toccato il fondo, possiamo solo risalire. Tutti gli artisti, gli operatori, le compagnie, sono invitati a creare insieme un Assessorato dal Basso». Da parte sua, Marino aveva cercato di blandire in campagna elettorale gli occupanti del Valle. Da parte loro gli attivisti, che da oltre due anni non pagano l’affitto e la Siae, in un primo momento hanno scritto al sindaco considerandolo una sorta di “liberatore” in alternativa ad Alemanno. Ora perfino loro hanno scoperto il bluff di Marino.

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