«Scioperi sconsiderati nei servizi pubblici»: l’allarme del garante sulla crisi dei trasporti

1 Lug 2014 13:20 - di Redazione

Nei servizi pubblici essenziali deve prevalere “l’esigenza di contrastare la logica dell’utilizzo sconsiderato del diritto di sciopero utilizzato dai sindacati di incerta rappresentanza come strumento di legittimazione”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici, Roberto Alesse, nella sua relazione annuale. Con questo uso sconsiderato, rileva Alesse, va in crisi lo stesso istituto dello sciopero, che rischia di tradursi “in uno sterile rituale, privo di effetti concreti”. Sono invece consistenti i danni economici e quelli procurati ai cittadini. Soprattutto nei trasporti. La sola città di Roma è stata interessata, nel 2013, da ben 20 giornate di sciopero in questo settore.
Igiene ambientale e trasporto pubblico locali sono i settori che hanno fatto registrare le maggiori criticità. Nell’igiene ambientale, dove le effettive sospensioni dal lavoro sono state 186, “alcune importanti società hanno vantato nel 2013 nei confronti delle stazioni appaltanti crediti superiori al 70% del fatturato annuo”. Una situazione difficile, resa ancor più pesante, secondo la denuncia del garante, dalle “prassi consolidate”, rilevate dai sindacati, di imprese consorziate che “vantano capitali che poi, a seguito del conferimento del servizio, non risultano effettivamente disponibili”. Da qui la proposta della Commissione di individuare “direttive ancora più stringenti” per le amministrazioni appaltanti che bandiscono le gare, senza escludere di pensare” che alcune stazioni appaltanti da sanzionare potrebbero essere perfino le amministrazioni centrali dello Stato”. Conflittualità si sono registrate lo scorso anno anche nel trasporto aereo, con 33 scioperi in Alitalia e Meridiana, e nella sanità. In quest’ultimo comparto le proclamazioni di sciopero sono aumentate del 70% rispetto al 2012 a seguito delle costanti rivendicazioni dei lavoratori finalizzate ad ottenere miglioramenti di carattere economico. Tra gli altri ambiti conflittuali più sensibili, il garante cita “quello della giustizia, dove la riforma organizzativa dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, varata nell’ottica della cosiddetta spending review, e la crisi professionale della figura dell’avvocato, hanno comportato una notevole turbolenza all’interno di questa categoria, la quale, in ambito nazionale, con l’assenso dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, si è astenuta dalle udienze, nel 2013, per ben 49 volte”.
Cifre alla mano, nel corso dell’anno passato, in tutti i servizi pubblici le proclamazioni di sciopero sono state 2.339. “Un numero certamente elevato”, ha detto Alesse, che si è tradotto in “666 effettive giornate di sciopero”. Secondo il garante bisogna scongiurare il rischio di un “effetto domino”, ossia di un allargamento e di una esasperazione della conflittualità, in presenza di condizioni economiche non certamente favorevoli. Ciò vale soprattutto nei trasporti. La proposta che viene dall’Autorità è rivolta al governo affinché faccia ripartire il tavolo di concertazione tra sindacati e associazioni delle imprese, “per evitare che la crisi di questo fondamentale comparto degeneri pesantemente”. Mentre, più in generale, appare urgente, da un lato, poter contare sulla solidità e la tenuta del sistema di contrattazione collettiva, e , dall’altro lato, aggiornare le regole in materia di rappresentatività sindacale.

 

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