Scala Palazzo Ducale a Venezia. L’ultimo sfregio dei turisti-vandali ai monumenti italiani

26 Lug 2014 18:52 - di Anna Clemente

La sovrintendente Renata Codello si è detta «esterrefatta». Ed è difficile biasimarla. Quello che è accaduto l’altra sera al Palazzo Ducale di Venezia lascia davvero senza parole: un turista straniero si è arrampicato sui marmi e i merletti gotici del monumento di Piazza San Marco. Ha scalato con tecnica alpinistica il lato della Porta della Carta, chiamata così per gli antichi depositi cartarum degli archivi di Stato o forse perché in passato qui sedevano gli scrivani per stendere atti o petizioni. Ad accorgersi della prodezza e a fotografarla, per poi postarla su facebook, è stato un veneziano, appassionato di fotografia, Stefano Barzizza, che si trovava nell’area marciana insieme a poche altre persone. «Sembrava un poco alterato – ha spiegato l’autore delle immagini – ma era certo in possesso di una sicura tecnica alpinistica, forse era un free climber». Il fotografo, secondo il quale il ragazzo poteva essere americano, ha notato con sorpresa che nonostante l’importanza del monumento non è scattato alcun allarme. «Non c’erano forze dell’ordine – ha aggiunto – e non è stato possibile avvertire nessuno, perché il giovane è sceso velocemente e se n’è andato con il gruppo di amici che lo attendevano nel porticato di Palazzo Ducale». La testimonianza di Barzizza restituisce un quadro di grande vulnerabilità per il Palazzo Ducale, che invece sembra essere allontanato dalle parole della sovrintendente ai beni artistici e architettonici. La Codello, oltre ad aver espresso il suo stupore per il fatto che «sia possibile aggrapparsi a colonnine e decori gotici che non sono certo in grado di sostenere il peso di una persona», ha aggiunto che «spiazza che vengano compiuti atti fuori da ogni immaginazione». «È difficile fare prevenzione di cose che paiono imprevedibili e soprattutto al di fuori di una qualsiasi ragionevolezza», ha proseguito, sottolineando che «non c’è limite all’esibizionismo» e assicurando che «faremo delle verifiche per capire se vi siano stati eventuali danni». La sovrintendente ha poi sottolineato che in tutta l’area marciana ci sono decine di telecamere e ha evidenziato la qualità del servizio di sorveglianza a difesa dei monumenti, non escludendo che dall’esame delle immagini possa essere ricostruita la sequenza dell’arrampicata. La sovrintendente, dunque, sembra voler rassicurare sulla sicurezza dei monumenti. Ma il caso di Venezia non è affatto isolato e il nostro patrimonio artistico è anzi così spesso esposto a bravate, atti vandalici o incidenti da imporre una riflessione su quanto, poi, l’elemento della imprevedibilità vada considerato davvero imprevedibile. E su quanto, invece, si possa fare in termini di prevenzione, anche perché – stando alla testimonianza di Barzizza – nelle vicinanze non c’era nessuno, custodi o forze dell’ordine, a cui rivolgersi per un intervento.

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