Parificato o pubblico? È polemica in Piemonte sul caso dell’asilo di Bibiana

31 Lug 2014 18:27 - di Redazione

Scuole che esercitano il diritto di veto per impedire l’apertura di altre scuole. In Piemonte si può fare, grazie a una legge regionale varata dalle amministrazioni di centrodestra, ed è stato fatto: sono quattro le materne paritarie che si sono mosse contro l’inaugurazione o l’ampliamento di strutture pubbliche. Ma è intervenuto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che ha parlato di “problema che va affrontato alla radice” e l’assessore regionale competente sulla materia, Gianna Pentenero ha annunciato a stretto giro una revisione della norma.

Ad accendere i riflettori su una questione che intreccia diritto allo studio, spesa pubblica, posti di lavoro e pianificazione razionale del territorio, è stato il caso di Bibiana, dalle parti di Pinerolo, tremilatrecento abitanti con meno di cento bambini e, fino a oggi, un solo asilo, gestito dalla parrocchia, che ha detto ‘no’ all’imminente apertura di una seconda scuola, questa volta statale, appena finita di costruire. Secondo il ministro Giannini “più che una discriminazione parlerei di reazione, inadeguata nel metodo ma motivata dalle crescenti difficoltà che molte paritarie stanno vivendo”. E mentre il sottosegretario Gabriele Toccafondi invita a evitare “gli scontri ideologici”, Pentenero assicura che “si terrà conto della complessità della situazione”. “A oggi – spiega l’assessore – abbiamo quattro nodi critici: Torino, Villanova Canavese, Bibiana e San Damiano d’Asti. Il primo si può dire risolto: la scuola statale aprirà. Sugli altri, invece, verranno fatti ulteriori approfondimenti a livello locale. La situazione di Bibiana è la più complicata”. E mentre la Fism (Federazione italiana scuole materne) denuncia “l’attacco immotivato contro i nostri istituti” il centrodestra fa quadrato attorno al cosiddetto ‘diritto di veto’, avvertendo che solo il consiglio regionale può modificare le procedure.

Il consigliere Alessandro Benvenuto (Lega) dice che si tratta di “una norma di buon senso”. “Le scuole paritarie – spiegano gli esponenti piemontesi di Forza Italia guidati dall’eurodeputato Alberto Cirio – sono pubbliche, con la differenza che il personale non è messo a disposizione dallo Stato ma dall’istituto scolastico. Lo Stato spende 600 euro per studente nella paritaria, 6 mila in quella statale. Che la statale sia gratis e la paritaria sia a pagamento è una balla colossale: lo Stato sulle scuole paritarie risparmia. Per questo crediamo fermamente che la norma sia giusta. Cambiarla ucciderebbe le paritarie, che già oggi stanno male”.

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