L’allarme dell’Autorità bancaria europea alle banche: attenzione ai Bitcoin, i rischi superano i benefici

4 Lug 2014 19:38 - di Redazione

L’allarme arriva dall’Eba,  l’Autorità bancaria Europea. Che, insieme alla Banca Centrale di Francoforte ed all’Esma, l’Autorità Europea di vigilanza sui mercati mette in guardia le banche dal pericolo Bitcoin, al moneta virtuale: basta una «sufficiente capacità informatica» per mettere in ginocchio, e «in modo anonimo», il mondo dei Bitcoin, la moneta virtuale il cui valore è cresciuto esponenzialmente nel corso dell’ultimo anno, sollevando più di un timore fra le autorità finanziarie di tutto il mondo.

L’Eba lancia l’allarme sui rischi delle monete virtuali e consiglia alle istituzioni finanziarie di «non acquistare, detenere o vendere» le monete virtuali, prima che entri in vigore un regime regolatorio proposto proprio dall’Eba. Perché, si legge in un rapporto di oltre 45 pagine, sebbene ci siano «alcuni benefici potenziali, fra cui transazioni più facili e veloci e l’inclusione finanziaria», al momento «i rischi superano i benefici, che in Europa rimancono comunque meno evidenti».
E sono più di 70 i profili di rischio collegati alle monete elettroniche e virtuali. Da quelli collegati ai partecipanti al mercato a quelli relativi alla sicurezza finanziaria, fra cui la elevata possibilità di ricorrere a tali strumenti per il riciclaggio del denaro sporco.
Il Bitcoin a fine 2013 è volato per la prima volta sopra i 1.200 dollari sulla piattaforma online Mt.Gox, prima di crollare sotto i 500 dollari proprio a seguito della bancarotta della Borsa su cui veniva trattato, legata ad un “furto” da parte di un hacker di 850.000 pezzi per un valore di 345 milioni di euro. Ma ormai la corsa alla moneta virtuale era iniziata: il portale di giochi online Zynga ha iniziato ad accettarli come forma di pagamento, Facebook ha pensato ad una sua e-money con la quale sfidare proprio il bit-coin, Hong Kong ha aperto sulla propria Borsa valori il primo punto vendita reale per la valuta virtuale e la società statunitense, dopo aver creato un “cavea” digitale per i bit-coin, ha anche creato una carta di credito apposita.
Mentre in Italia sbarcava il primo Bancomat abilitato all’erogazione dei Bitcoin. Ma nel 2013 sono anche triplicati gli attacchi hacker ai siti che trattano le monete elettroniche e si sono moltiplicate le iniziative parlamentari per chiedere di fare luce sul fenomeno.
Eba, Bce ed Esma hanno quindi avviato un esame approfondito sulla materia, arrivando a proporre un sistema regolatorio che affronti i principali rischi, partendo dai requisiti di governance fino alla separazione netta dei conti correnti fra moneta virtuale e quella reale. Ma fino a quando queste proposte non diverranno leggi, il caldo consiglio alle banche è quello di stare alla larga dalle tentazioni del Bitcoin.

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