Il pestaggio “razzista” di Genova? Era un regolamento di conti tra clochard slovacchi

31 Lug 2014 18:10 - di Redazione

Uno slovacco di 23 anni è stato arrestato quale presunto autore della violenta aggressione a quattro clochard, anche loro slovacchi, che furono massacrati a colpi di spranghe e bastoni lo scorso gennaio in piazza Piccapietra nel centro storico di Genova. Si chiama Michael Khahulec, anche lui senzatetto, ed è stato raggiunto dal mandato di arresto in carcere a Bologna, dove era già detenuto per altri reati. Cade dunque l’ipotesi che l’aggressione abbia avuto origini xenofobe, come era invece stato ipotizzato fin dai primi momenti. Secondo la polizia di Genova, Khahulec ha agito con tre complici attualmente ricercati. È accusato di tentato omicidio premeditato pluriaggravato e porto abusivo di oggetti atti ad offendere in concorso. L’aggressione destò scalpore sia per la violenza dei colpi sia per le ipotesi sul movente xenofobo. La notte del 25 gennaio, i quattro clochard, Alice, Suzanne, Giovanni e Bobak, tra i 29 e i 45 anni, stavano dormendo sotto i portici della piazza in pieno centro a Genova quando furono aggrediti da un gruppo di persone incappucciate. Due riportarono lesioni e fratture agli arti e al capo con prognosi di 30 giorni.

Il movente del violento pestaggio a colpi di spranga nel quale sono stati massacrati lo scorso gennaio quattro clochard slovacchi a Genova è da ricercare in una lite per una sorta di racket del marciapiede. Lo afferma la polizia di Genova spiegando che un posto per la questua nella centrale via Venti Settembre avrebbe scatenato l’aggressione. Secondo l’accusa, Michael Krahulec, lo slovacco arrestato dalla squadra mobile, qualche giorno prima dell’aggressione aveva litigato con due delle quattro vittime perché a suo dire gli avevano “rubato” una postazione per la questua davanti ad un tabacchino di via Venti Settembre che tra i clochard era considerata molto redditizia. La svolta all’indagine è arrivata a luglio quando le stesse vittime hanno raccontato alla Mobile di aver saputo che lo slovacco aveva confessato ad un amico di essere l’aggressore. Nel frattempo, Krahulec era finito in carcere per aver picchiato a colpi di catena nel centro di Bologna un passante che gli aveva rifiutato la questua. La comparazione del Dna dello slovacco con quello trovato su un passamontagna abbandonato sulla scena dell’agguato ha poi incastrato l’uomo. In base a questi elementi è scattato l’arresto. Ora le attenzioni della polizia si stanno concentrando sui complici dello slovacco. Secondo le prime risultanze i sospetti si concentrerebbero su alcuni senzatetto che abitano tra La Spezia e la Versilia.

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