Il morso di Suarez a Chiellini finisce in Procura. E il Codacons nel ridicolo

9 Lug 2014 14:08 - di Lando Chiarini

Dopo l’incredibile 7 a 1 rifilato dalla Germania al Brasile non esiste al mondo una sola persona che non sia disposta a scommettere che questi Mondiali passeranno alla storia come quelli che hanno visto la più ammirata superpotenza calcistica del globo, la Selecao appunto, subire una cocente umiliazione e per di più davanti al proprio pubblico. E molto probabilmente sarà così ovunque, tranne forse che in Italia, dove la competizione sportiva più attesa e seguita in tutto il pianeta rischia invece di restare scolpita negli annali grazie ad un’immaginifica iniziativa dell’avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, acronimo svolazzante che per intero sta ad indicare il “Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori”. Coordinamento che proprio in questi giorni festeggia quarant’anni di attività, con l’inaugurazione di un canale tv che sarà tenuta a battesimo da un’intervista esclusiva al comandante Schettino, l’affondatore della Concordia.

Ma torniamo a noi. Che c’azzecca il Codacons con il mondiale brasileiro è presto detto: a Rienzi – come a tutti noi, del resto – l’eliminazione degli azzurri di Prandelli è rimasta come un macigno sullo stomaco, cosa che neanche un tir di Alka Seltzer sciolto in ettolitri di acqua riuscirebbe a far digerire. Ma a differenza della maggior parte degli italiani – che del fattaccio hanno equamente distribuito le colpe tra calciatori, allenatore, dirigenti accompagnatori e raccattapalle – per il vulcanico avvocato la nostra prematura dipartita calcistica è da imputare per intero al fatal morso impresso dall’uruguagio Suarez sull’italica spalla del malcapitato Chiellini. E così Rienzi (con la “i”, mi raccomando) ha pensato bene di investire della questione la Procura di Roma ipotizzando nell’istinto cannibalesco dell’attaccante della Çeleste il reato di violenza privata. Il resto lo ha fatto l’obbligatorietà dell’azione penale, per ora senza indagati.

Non osiamo neppure immaginare la tempesta di ridicolo che ci pioverebbe addosso se Suarez dovesse davvero finire nel registro degli indagati e Chiellini nella veste parte lesa. Il magistrato procedente si limiterebbe a visionare il filmato o chiamerebbe a testimoniare calciatori, arbitri (compreso il quarto uomo) e persino qualcuno del pubblico? Avremmo finalmente la moviola in procura prima ancora di vederla sul terreno di gioco? Vedremo. Il bello, però, anzi il brutto è che se anche dovessero condannarlo Suarez, nessuna autorità potrà mai imporre alla Fifa di attribuirci la vittoria a tavolino. E allora, avvocato Rienzi, che ne viene della sua denuncia? Niente, solo un po’ di spese giudiziarie a carico di quei contribuenti e di quei consumatori che lei dice di rappresentare.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *