I colpevoli potrebbero essere rom? Allora il governo chiude gli occhi e i furti di rame diventano un’invenzione di “razzisti”

29 Lug 2014 15:21 - di Francesco Signoretta

Tutti sanno di chi è la colpa ma nessuno lo dice. Il governo parla di “fenomeno” da arginare, come se avessimo a che fare con bombe d’acqua improvvise lanciate da nuvole impietose. E, sempre il governo, chiede una maggiore collaborazione tra pubblico e aziende private, come se il reato dipendesse da loro mancanze o dalla loro inerzia. A Palazzo Chigi si evita di dire chi sono i responsabili perché non si può, si infrange la legge del buonismo della sinistra. Ad effettuare i furti di rame, un “commercio” dalle conseguenze pesantissime, sono figli di ignoti e nessuno si permetta di avere sospetti sui nomadi perché altrimenti si viene accusati di intolleranza. Per cercare di porvi rimedio non si dà la caccia ai ladri, andando a ispezionare i luoghi dove, persino agli occhi del più sbadato dei cittadini, noterebbero la presenza di rame, ma arriva il “protocollo della legalità” , con tanto di firma del governo e la costituzione di un Consorzio per contrastare i furti. Eppure basterebbe dare uno sguardo alle cronache cittadine., invece di produrre le solite bolle di sapone ad uso e consumo dei furbi. Qualche esempio: identificati dai carabinieri i presunti autori del saccheggio dei cavi di rame della linea elettrica Enel fra i comuni di Crevalcore (Bologna) e San Giovanni in Persiceto (Bologna) che portò grossi danni e disagi con black-out e interruzione dell’energia elettrica. Si tratta di cinque romeni, tutti senza fissa dimora. I malviventi avevano un modus operandi da professionisti: una volta individuata con sopralluoghi la zona da saccheggiare, mandavano in blocco le centraline di distribuzione, poi tranciavano i cavi per non restare folgorati e avvolgevano gli stessi in grosse bobine prima di caricarli sui loro furgoni e darsi alla fuga. Il rame poi veniva rivenduto a quattro, cinque euro al chilo. A Roma i casi non si contano più, ogni giorno si può leggere un vero e proprio “bollettino”. In via Collatina sono stati trafugati i cavi di alimentazione dell’impianto delle luci, intere zone sono rimaste al buio, allarme e proteste dei residenti. Dove? Nel tratto che va da via Salone fino all’Acqua Vergine. E a via Salone, urlano i residenti, c’è un enorme campo nomadi più volte al centro di interventi delle forze dell’ordine. Ma i furti di rame, un po’ ovunque, provocano anche slittamenti e ritardi negli orari dei treni. Tanto per citare un altro “caso”, persino sulle linee che passano per Formia, linee importanti di collegamento ferroviario. Qual è dunque la soluzione? Per ora non c’è: lavora solo il Consorzio e con ogni probabilità non porterà nessuna novità. Chi vivrà, vedrà i risultati. Anche perché non si può dire chi sono i colpevoli. E se qualcuno lo lascia intendere viene subito messo a tacere e partono le accuse di razzismo.

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