Ebola arriva anche in Nigeria, più di 1300 i contagiati. Le autorità italiane ed europee: «Da noi nessun rischio»

31 Lug 2014 17:23 - di Redazione

Quattro Paesi colpiti e 1323 persone contagiate, delle quali 726 morte, 57 solo negli ultimi quattro giorni. È il bilancio della diffusione del virus Ebola divulgato dall’Oms, in cui si certifica anche la prima vittima in Nigeria. Da quando è iniziata a dicembre, in Guinea, l’epidemia è arrivata anche in Sierra Leone e Liberia e ha scatenato fortissime preoccupazioni nel resto del mondo, Europa in testa. 

Il ministero della Salute italiano ha fatto sapere che da noi non si corrono rischi e che «il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio». Il ministero, oltre a illustrare le misure preventive che sono state adottate e rassicurare sulla possibilità di viaggiare, ha anche ricordato che l’Italia non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi affetti. Poi una precisazione sulla possibilità che la malattia arrivi insieme ai traffici di clandestini. Secondo il ministero, «la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione Mare Nostrum». In Francia, il ministro Marisol Touraine ha scelto un’intervista a Le Parisien per rassicurare l’opinione pubblica sul fatto che il Paese «ha i mezzi per far fronte al virus Ebola». Ma il ministro ha comunque sottolineato che oggi bisogna essere «estremamente vigili». In Gran Bretagna, invece, il segretario generale del sindacato per i dipendenti del servizio immigrazione, Lucy Moreton, ha lanciato un allarme che ha scatenato un putiferio. La Moreton ha dichiarato alla Bbc che le dogane del Regno Unito non sono pronte per fronteggiare una eventuale emergenza sanitaria causata dal virus. «Non ci sono presidi sanitari alla dogana, non ci sono strutture di contenimento, e fino a pochissimo tempo fa non erano state indicate linee guida allo staff su quello che deve fare», ha detto, riferendo che in certi casi i funzionari delle dogane avrebbero telefonato al sindacato per chiedere come comportarsi in caso di emergenza. Un racconto respinto dalle autorità britanniche, che hanno invece assicurato di aver «avviato una stretta collaborazione coi nostri partner come Public Health England (l’autorità sanitaria inglese, ndr) per minimizzare ogni eventuale rischio, e la Border Force ha già fornito le linee guida su come identificare e trattare in modo sicuro ogni caso sospetto di Ebola». E sull’argomento è intervenuto in maniera rassicurante anche Peter Piot, il virologo belga fra gli scopritori del virus, secondo il quale il contagio non è poi così semplice: «Non sarei preoccupato di sedere vicino a qualcuno col virus sulla metropolitana di Londra, tranne nel caso in cui – ha precisato – vomiti su di voi: per trasmettersi questa infezione richiede un contatto molto ravvicinato».

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