Unioni gay: perché le “sentinelle” del Ncd non dicono un no chiaro e tondo mettendo anche a rischio le poltrone?

18 Giu 2014 9:13 - di Renato Berio

Matteo Renzi vuole accelerare sulle unioni gay. In ballo c’è il ddl del senatore Marcucci che istituisce le unioni civili e la stepchild adoption e che dovrebbe essere, nelle intenzioni del Pd, approvato a settembre. Il provvedimento non istituisce il matrimonio gay ma di fatto lo bypassa, riconoscendo ai conviventi delle coppie gay gli stessi diritti patrimoniali e alle pensioni di reversibilità finora riservati alle coppie sposate, cioè quelle che formano una vera famiglia.Una norma che impegna dunque anche risorse pubbliche e che non mancherà di suscitare polemiche, come già sta avvenendo. C’è poi il diritto del convivente gay di adottare il figlio naturale dell’altro componente la coppia. Un disegno di legge in chiaro contrasto con la Costituzione e che rischia di essere un primo step verso l’adozione libera delle coppie gay. Ovviamente si tratta di norme che non piacciono al mondo cattolico e alla Chiesa, da sempre sostenitrice, sui temi eticamente sensibili, dello slippery slope argument (argomento della “china scivolosa”) per cui si introduce una norma che stravolge convenzioni consolidate per scardinarle del tutto. In questo caso, per affiancare al concetto unitario di famiglia quello più generico, volubile e dipendente dal giudizio individuale di “famiglie”. Ci provò nel 2007 Rosy Bindi con i Dico e fu stoppata dall’imponente mobilitazione del family day. Eppure le norme pensate da Rosy Bindi non prevedevano l’omogenitorialità. Con il ddl Marcucci si fa dunque un ulteriore passo avanti nella distruzione dell’archetipo familiare e ciò può avvenire con la benedizione di un governo di larghe intese che vede al suo interno membri dello schieramento di centrodestra? Cosa aspetta il Nuovo centrodestra di Alfano ad alzare la voce e ad adottare una strategia più incisiva sul tema anziché limitarsi a temporeggiare? La via è quella che pare naturale a tutti gli elettori dello schieramento in cui ambisce a collocarsi il partito di Alfano. Dichiarare in modo netto che, in caso di approvazione del ddl Marcucci, il Ncd non esiterà a lasciare la maggioranza. Un ultimatum che farebbe chiarezza. Un aut aut che farebbe uscire il Ncd dallo spazio paludoso e compromissorio di un centro subalterno alla sinistra.

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