Roma alluvionata e abbandonata, “SottoMarino” sparisce ancora: la Procura apre un’inchiesta

16 Giu 2014 11:41 - di Redattore 92

«Oggi Roma si è svegliata con l’acqua alla gola». L’amaro commento su Twitter di un romano vale più di mille editoriali. A poche ore dal violento nubifragio che ha colpito la Capitale, causando diversi danni, nella notte un altro forte temporale si è abbattuto su tutta la città. Più di cento le chiamate giunte ai vigili del fuoco, a causa di allagamenti e alberi caduti sulle strade. Molte strade sono state chiuse e questo ha provocato inevitabili disagi alla circolazione. Chiusa la metro A tra Arco di Travertino e Anagnina e la metro B tra Pietralata e Rebibbia.All’Aurelio i cumuli spazzatura non raccolta sono stati travolti dall’acqua invadendo le strade. Scene che ci si attende di vedere in una città del terzo mondo e non in una capitale europea, inevitabile quindi la chiamata in causa della giunta di centrosinistra. I diretti interessati, scelgono la politica del rimpallo delle responsabilità. Prendete l’assessore capitolino alla Mobilità Guido Improta. Anziché assumersi qualche responsabilità, si affida al più classico degli scaricabarile «Voglio sapere perché non si sono messi in sicurezza gli impianti – fa sapere in una nota ufficiale – e perché le pompe di aggottamento, indispensabili per portar via l’acqua dalle gallerie, non sono entrate in funzione». Poteva fare una telefonata ai vertici dell’Atac, che sono suoi dipendenti, ma ha scelto il comunicato stampa ai giornali. Nell’ottica della propaganda prima di tutto.  Analogo stile da parte del sindaco Ignazio Marino, che ha fatto sapere di avere coordinato «personalmente» le operazioni di Protezione Civile. Ce lo vedete il chirurgo Marino che accende le idrovore e che stura i tombini? Non a caso i romani sui Social network hanno ricoperto di “apprezzamenti” e di ironie il sindaco di Roma. «Da oggi Roma ha tre fiumi: Tevere, Aniene e Gra». Con riferimento a un tratto del raccordo anulare trasformato domenica pomeriggio in una piscina a cielo aperto. «In una capitale europea non ci si può aspettare di restare bloccati per un po’ di acqua. SottoMarino che aspetti a dimetterti?».

E ancora: «Qualcuno ha l’orario dei traghetti che passano sul raccordo?». C’è poi chi posta le foto degli allagamenti, delle stazioni della metro invase dall’acqua. Altri hanno condiviso le immagini degli autobus sostitutivi della metropolitana assaliti dalla folla di pendolari con tanto di titolo evocativo: «I viaggi della speranza». Il tenore dei post è ben sintetizzato da un romano inferocito: «Anche oggi a Roma l’unico mezzo funzionante sarà il gommone! Diciamo grazie a SottoMarino». Eppure proprio il sindaco di Roma il 27 agosto, dopo l’ennesimo temporale che aveva mandato in tilt la città, cinguettava così: «Pronto il progetto di vera pulizia dei tombini. Lavoriamo perché un acquazzone non metta in ginocchio la città». Dieci mesi dopo, è tutto come prima. Più di prima.

Ma stavolta la Procura di Roma ha deciso di indagare sui disagi registrati in città dopo la forte ondata di maltempo. Il fascicolo per ora sarà senza ipotesi di reato ma non si esclude che dopo i primi accertamenti, si possa ipotizzare una serie di reati tra cui il disastro colposo.

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