Senatore leghista accusa Renzi: con me è stato intimidatorio

25 Giu 2014 14:18 - di Sandro Forte

«Il prezzo della passerella di Renzi in Europa lo sta pagando il Paese. Un Paese che va a rovescio dove, per aprire un’attività, ci vogliono sette anni e dove i detenuti si risarciscono con 240 euro al mese, mentre agli italiani, e solo ad alcuni, vanno 80 euro». Lo ha detto in aula, a Palazzo Madama, il senatore leghista Stefano Candiani. Il quale ha poi raccontato che al termine del suo intervento ha raggiunto il premier Matteo Renzi tra i banchi del governo, invitandolo a prestare attenzione alle sue parole. “Lei è quello che ha presentato un’interrogazione sull’uso dell’auto blu da parte di mia moglie? Non abbiamo più niente da dirci”, è stata la risposta del presidente del Consiglio, secondo quanto riferito dal senatore. «È stato un atteggiamento intimidatorio e maleducato – ha dichiarato Candiani al Secolo d’Italia – Questo è un uomo con uno smisurato culto del proprio ego, che non accetta la critica e l’opposizione. Quando mi ha rivolto quelle parole, gli ho detto: “Scusi, ma che c’entra?”. “Lei prima mi chieda scusa”, mi ha risposto Renzi. Ed io: “E lei risponda alla mia interrogazione”, aggiungendo che “lei è un gran maleducato”». Ma cosa ha scritto in questa interrogazione, senatore? «Innanzitutto non c’è solo la mia firma ma anche quella di una collega di Forza Italia. Accadde che una sera in piazza del Pantheon (Renzi era stato appena nominato presidente del Consiglio e aveva annunciato l’imminente taglio delle auto blu) passarono quattro auto blu, in zona pedonale, a pochi centimetri da un mio piede. Mi fermai e vidi scendere una donna diretta ad un albergo. Nell’interrogazione chiesi chi fosse a bordo delle auto, tenuto conto che neppure il presidente della Repubblica possiede quattro auto di scorta! “Libero” poi ipotizzò che in una delle auto ci fosse appunto la moglie del premier. Tutto qui. Ma io ad oggi non ho avuto risposta alla mia interrogazione». Il potere gli ha dato alla testa? «No, credo che sia arrogante di suo».

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