Prandelli ora teme… parla di Patria e di partita della vita. Ma quel che serve sono gli attributi

23 Giu 2014 20:56 - di Antonella Ambrosioni

Anche la Patria. Per vincere ci attacchiamo a tutto. E va bene così. Un Prandelli inedito e palpitante si presenta in conferenza stampa a Natal e parla di «partita della vita» con l’Uruguay, domani alle ore 18 italiane. Cavani e Suarez fanno paura, tolgono il sonno ma il ct azzurro la mette sullo spirito patriottico: «L’Uruguay ne ha più di noi. Ma anche noi giochiamo per la Patria». Qualcuno lo prende in giro scrivendo che si è travestito da Vittorio Pozzo. Quello che di Mondiali ne vinse due e pure un’ Olimpiade. Qualche altro pensa che anche con il Costa Rica dovevamo giocare per la Patria. Ma va bene così. A una condizione, che si vinca o si perda giocando, lottando per un contrasto, rincorrendo ogni pallone, come non si è fatto nella recente, sciagurata gara contro il Costa Rica. Con l’Uruguay c’è solo uno schema, quello della vittoria. E basta. E le parole di Prandelli lo confermano.  «C’è una sola opzione, vincere. Noi non siamo capaci di scendere in campo per il pareggio. Andiamo per la vittoria. Non vogliamo subire, se ci toccherà di farlo dovremo subito essere bravi nel ripartire». Elogiato con troppa faciloneria dopo la vittoria con un’Inghilterra un po’ “bollita” e strapazzato (giustamente) dopo la una partita di fatto non giocata con i ragazzi della Terra del Sorriso , Prandelli in conferenza stampa usa parole “giuste”, usa termini che sanno di orgoglio, di determinazione, tutte doti mancate con il Costa Rica e che ora mirano a irrobustire l’autostima degli Azzurri. Ora le vogliamo rivedere queste doti, questa “fame”, gli occhi di tigre di Pirlo, vogliamo  precisione nei passaggi e personalità nel’uno contro uno, soprattutto non vogliamo più vedere il Balottelli solitario e intristito della gara di venerdì. Prandelli ha promesso prometto l’inserimento di Ciro Immobile tanto evocato e invocato lo scorso match. Coraggio! Non interessa il dopo. Per adesso l’orizzonte è domani. Piove fitto in queste ore su Natal. Per la prima volta da quando sono sbarcati in Brasile, gli azzurri potrebbero non giocare sotto una calura micidiale nella decisiva sfida contro l’Uruguay. Ma non è di clima che vuol sentir parlare Cesare Prandelli e francamente neanche noi. Come non ci piace sentire almanaccare di incastri, incroci,: è vero, basterebbe il pareggio per il passaggio del turno, ma per favore ora niente calcoli, basta tatticismi, ci vuole una vittoria per convincere che la squadra c’è e che quella a con l’Inghilterra non è stata un solo un infierire sulla Croce Rossa. Non ci pare necessario scomodare la Patria per un pareggio.

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