Monito di Papa Bergoglio: i cristiani sono perseguitati più oggi che al tempo di Nerone

30 Giu 2014 12:07 - di Sandro Forte

Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli: è quanto ha detto Papa Francesco a Santa Marta, presiedendo la messa nel giorno in cui si fa memoria dei santi protomartiri della Chiesa romana, crudelmente uccisi alle pendici del Colle Vaticano per ordine di Nerone dopo l’incendio di Roma nel 64. «Oggi ci sono tanti martiri, nella Chiesa, tanti cristiani perseguitati – ha affermato il Pontefice nell’omelia, riportata da Radio Vaticana – Pensiamo al Medio Oriente: cristiani che devono fuggire dalle persecuzioni, cristiani uccisi dai persecutori. Anche i cristiani cacciati via in modo elegante, con i guanti bianchi: anche quella è una persecuzione. Oggi ci sono più testimoni, più
martiri nella Chiesa che nei primi secoli».
Parlando della crescita della Chiesa, Papa Francesco ha detto che essa c’è grazie alla «forza dello Spirito Santo», ma «anche è necessaria la testimonianza dei cristiani. E quando la testimonianza arriva alla fine, quando le circostanze storiche ci chiedono una testimonianza forte – ha spiegato il Pontefice – lì ci sono i martiri, i più grandi testimoni. E quella Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue». Secondo il Papa, inoltre, perché la testimonianza «sia vera», essa «deve essere senza condizioni: deve essere ferma, deve essere decisa, deve essere con quel linguaggio che Gesù ci dice, tanto forte: “Il vostro linguaggio sia sì, sì, no, no”. Questo è il linguaggio della testimonianza. Oggi – ha proseguito Papa Bergoglio – guardiamo questa Chiesa di Roma che cresce, irrigata dal sangue dei martiri. Ma anche è giusto – ha aggiunto – che noi pensiamo ai tanti martiri di oggi, tanti martiri che danno la loro vita per la fede». È vero che sono stati tanti i cristiani perseguitati al tempo di Nerone, ma «oggi – ha sottolineato – non ce ne sono meno. E in questa messa – ha concluso – facendo memoria dei nostri gloriosi antenati, qui a Roma, pensiamo anche ai nostri fratelli che vivono perseguitati, che soffrono e che con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono. Preghiamo per loro e anche per noi».

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