Matacena: rientro in Italia, cedo al ricatto perché mia moglie torni dai miei figli

14 Giu 2014 15:31 - di Redazione

«Cedo al ricatto. Devo rientrare affinché i miei figli si ricongiungano con la loro madre». Le parole sono di Amedeo Matacena in una intervista via Skype al Tg1 della Rai. Dopo la conferma del carcere per la moglie Chiara Rizzo, dice di essersi fatto l’idea di doversi «arrendere come padre e come uomo». Matacena si riferisce al verdetto del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria che ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati Alfredo Biondi e Bonaventura Candido e confermata la custodia cautelare in carcere per la moglie e per l’ex ministro Scajola. «La vicenda – ha aggiunto – alla fine si risolverà dando chiarezza documentale di queste accuse. Quando tornerò? Questo lo vedranno i miei avvocati, quando tutto sarà pronto. Presto – ha concluso – perché mia moglie deve uscire dal carcere, la madre dei miei figli deve uscire e deve riabbracciare i suoi figli ed i suoi figli devono abbracciare lei». Della volontà di tornare Matacena (lo scrivono  Repubblica e il Quotidiano della Calabria) ha informato via mail i suoi legali. «Prendo atto della dichiarazione dell’onorevole Matacena e resto in attesa degli eventuali sviluppi della dichiarazione e delle incidenze sulla posizione della nostra assistita», ha dichiarato l’avvocato Bonaventura Candido, che insieme al collega Carlo Biondi difende Chiara Rizzo. A sua volta Enzo Caccavari, uno dei legali di Matacena, ha detto di non avere avuto la possibilità di leggere alcuna mail del suo assistito.

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