ln fila agli sportelli nel giorno più nero per i contribuenti. Tra Imu e Tasi, un salasso da 54 miliardi

16 Giu 2014 10:10 - di Redazione

È iniziata con i pellegrinaggi mattutini in banca e tante file agli sportelli la giornata più nera per i contribuenti italiani. Una coincidenza di scadenze fiscali lo rende un appuntamento con l’Erario tra i più pesanti. I contribuenti italiani, siano essi famiglie o imprese, entro oggi dovranno versare complessivamente quasi 54,5 miliardi di euro, secondo i calcoli elaborati dalla Cgia di Mestre. Una data funesta per tantissimi italiani che hanno nella casa un bene rifugio. Di scarso conforto è stato anche l’annuncio del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ieri ha parlato di una futura semplificazione del fisco in cantiere.«L’idea del governo – ha detto Padoan – è duplice: semplificare drasticamente il sistema tributario, semplificando la vita del contribuente onesto, spostare il carico fiscale che purtroppo c’è, in modo che a parità di gettito, ci sia più crescita e lavoro».  In attesa di questa rivoluzione scocca intanto l’ora X per le tasche dei cittadini con il pagamento della Tasi (la prima rata negli oltre 2.000 Comuni che hanno deliberato l’aliquota), poi dell’Imu su seconde e terze case e su negozi e capannoni mentre le imprese dovranno versare l’Irpef, le addizionali Irpef, l’Ires, l’Irap, l’Iva e tutta una serie di altre imposte minori. Si salveranno in parte solo i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore. Per loro è slittato, su decisione del ministero dell’Economia, dal 16 giugno al 7 luglio 2014, il termine per effettuare i versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dalla dichiarazione Irap e dalla dichiarazione unificata annuale. Secondo la stima dell’associazione degli artigiani veneta l’imposta più onerosa sarà l’Ires, ovvero la tassa sui redditi pagata dalle società di capitali: il gettito dovrebbe aggirarsi attorno ai 14,7 miliardi di euro. Molto alto anche l’importo che dovrebbe arrivare dal pagamento dell’Imu e della Tasi, 10,8 miliardi; sul terzo gradino del podio le ritenute Irpef versate dai datori di lavoro: l’ importo dovrebbe aggirarsi attorno ai 9,7 miliardi di euro.

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