La vendetta precoce di Letta, pronto a prendere il posto di Van Rompuy. Renzi permettendo

27 Giu 2014 17:55 - di Oreste Martino

Nemo propheta in patria. La vecchia locuzione latina si adatta alla perfezione a Letta, l’ex premier scalzato in malo modo da Renzi ed oggi invocato da Inghilterra e Francia come miglior soluzione per succedere a Van Rompuy, il belga che dal 2009 presiede il Consiglio Europeo. Per Letta, che passò il testimone con una gelida cerimonia di consegna della campanella che durò appena 17 secondi, è una grande soddisfazione, ma anche una vendetta precoce.

Appena Cameron e Hollande hanno ipotizzato di affidargli quel ruolo è partita anche la sponsorizzazione italiana, un po’ per interesse nazionale e per stima, un po’ per creare un contrappeso e un problema a Renzi, che invece vorrebbe chiudere la partita accontentandosi della Mogherini commissario alla politica estera europea. Prima Napolitano con la solita moral suasion, poi Bersani con un pizzico di perfidia, hanno invitato il premier ad approfittare dell’endorsement anglo-francese per conquistare l’importante postazione. Ma per Renzi la nomina di Letta sarebbe una cocente sconfitta, perché avrebbe un rivale a presiedere l’organismo che riunisce due volte all’anno i capi di stato e di governo dell’Unione europea. Delle due l’una: o il premier pensa a se stesso o all’Italia e chi lo conosce propende per la prima ipotesi.

 

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