La nuova priorità della Casa Bianca: quote gay anche nelle ambasciate americane

28 Giu 2014 9:49 - di Guido Liberati

La nuova priorità del governo Obama? Avere più trans e gay nelle amministrazioni pubbliche. A partire dalle rappresentanze diplomatiche. A dare l’annuncio il segretario di Stato Usa, John Kerry. Nel corso di una cerimonia per l’orgoglio gay, organizzato dal Glifaa, un’associazione che promuove i diritti di lesbiche, gay e bisessuali delle agenzie degli affari esteri, Kerry ha rassicurato i presenti. Dopo avere citato la nomina di Ted Osius come ambasciatore in Vietnam, che sarà il primo diplomatico gay a operare in Asia, Kerry ha dato l’annuncio di una nuova quota all’interno delle graduatorie diplomatiche: «Sto lavorando duramente per garantire che entro la fine del mio mandato vi siano ancora più ambasciatori lesbiche, transgender e bisessuali nelle nostre file». Proprio Osius, nominato nel maggio scorso ambasciatore in Vietnam, è il fiore all’occhiello della svolta gay. Sposato con un altro alto funzionario del Dipartimento di Stato, con un figlio piccolo, il funzionario americano dal 1999 al 2001 è stato consulente diplomatico del vicepresidente Al Gore. Si tratta infatti del sesto ambasciatore apertamente omosessuale nominato da questa amministrazione. In passato, prima del 2009, quando Obama s’è insediato alla Casa Bianca, solo due diplomatici gay dichiarati erano stati nominati ambasciatori. La mossa dell’amministrazione democratica arriva in concomitanza con il nuovo picco negativo di popolarità del presidente. Secondo il sondaggio realizzato per “New York Times/Cbs News” il 24 giugno, il livello di consenso di Obama è sceso al 40 per cento, mentre il 56 per cento ne disapprova il l’operato complessivo. Si tratta di un calo di ben sei punti rispetto a solo un mese fa.  E il salto è ancora più vistoso per quanto riguarda la gestione della politica estera da parte del presidente: al 58 per cento degli americani, sia democratici sia repubblicani, non piace. Il mese scorso erano il 48 per cento. Basterà accattivarsi le simpatie delle comunità gay per ribaltare la tendenza?

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