In Francia torna il 6 politico? Gelmini, Alemanno e Augello: una pericolosa deriva sessantottina

25 Giu 2014 11:35 - di Priscilla Del Ninno

Corsi e ricorsi della storia: la Francia boccia i brutti voti in pagella in favore di un ritorno al 6 politico. E nel Paese della liberté di andare male a scuola. Dell’egalité studentesca e della fraternité d’intenti sociologici, si passa così, con un colpo di spugna, sopra il valore della diversità e sopra il principio del merito.
«Sono assolutamente contraria: la ritengo una deriva sociologica. Di più: un grande passo indietro», ci dice l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che poi aggiunge: «È una scelta che non condivido. Una decisione sbagliata, figlia dell’ideologia del ’68, che a mio parere ha fatto solo danni. Al contrario, infatti, credo nella cultura del merito e della competenza, nel principio della valorizzazione. Io a scuola sono sempre andata bene. Non ho mai avuto problemi di voti, o di esami di riparazione, e meno che mai di bocciatura. Ma sono convinta comunque – conclude la deputata azzurra – che i brutti voti, se ad alcuni possono demoralizzare, ad altri possano servire da stimolo a migliorarsi». E, del resto, il banco di prova della scuola funge da preparazione alla vita, dove la competizione è decisamente più agguerrita e dove, dunque, ci si deve presentare corazzati e forti.

«Omologare e negare una diversità di rendimento mi sembra una sciocchezza del tutto anacronistica, che infatti andava di moda quando io ero ragazzino», argomenta a sua volta Andrea Augello, da noi contattato per un parere sulla questione. «Un ritorno a un tipo di cultura che ci ha creato tanti problemi – aggiunge il senatore del Nuovo centro-destra – che ha conciso con l’eclissi del merito e del talento negli anni Settanta. È l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Di contro serve rinvigorire la solidità dell’assioma per cui, essere valutati dal punto di vista delle capacità, dell’impegno, dell’affidabilità, è non solo valido e opportuno, ma soprattutto non è motivo di abnegazione e di mortificazione. Il ritorno a questa inversione di valori non funzionerà. L’abbiamo già conosciuta nel nostro recente passato, e abbiamo visto che non ha prodotto niente di buono nella nostra società. Anzi…».

Dello stesso parere l’ex sindaco di Roma ed esponente di Fratelli d’Italia-An, Gianni Alemanno, che a riguardo dichiara: «Credo che sia l’ultimo colpo di coda di una sinistra morente, in Francia più che mai. Fare questi regali agli alunni a scuola significa poi consegnare i ragazzi a una brutale selezione del mercato nel mondo del lavoro. Quindi – aggiunge Alemanno – valuto questa proposta da un lato come un tentativo di mandare un segnale ideologico di egualitarismo, dall’altro una terribile fregatura per i ragazzi stessi. La reputo una scelta di stampo politically correct, da pensiero unico, per cui le personalità non si toccano e l’educazione va approcciata solo in termini positivi. Una cultura – conclude l’ex primo cittadino della capitale – che ha provocato distruzioni antropologiche incredibili. Una scuola senza selezione non significa niente: dunque il ritorno al concetto di 6 politico, per quanto mi riguarda, non rappresenta altro che il segnale finale di una presidenza Hollande che sta per essere spazzata via oltralpe soprattutto dal Fronte Nazionale di Marine Le Pen».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *