Immunità: volano gli stracci nel Pd, scontro Finocchiaro-Boschi. E la riforma del Senato si impantana

23 Giu 2014 14:09 - di Alessandra Danieli

Sos immunità parlamentare. Mentre si avvicina la scadenza del termine per la presentazione dei sub-emendamenti, sale la temperatura della polemica sul ripristino dell’immunità nel nuovo Senato facendo rallentare l’iter della riforma di Palazzo Madama. Bocciata da Forza Italia e M5s, dopo che il ddl del governo l’aveva abrogata, la relatrice Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, aveva proposto una modifica che ha scatenato la rissa: istituire un’apposita sezione della Consulta per le richieste dei gip. Peccato che proprio il ministro delle Riforme, Elena Boschi, abbia detto che il «tema non è centrale» e che si può ritornare al testo originario del ddl del governo. Insomma volano gli stracci al Nazareno. La Finocchiaro si è detta «disgustata» dallo scaricabarile in atto. «La Boschi conosceva il testo, sapeva tutto…», dice furiosa. Pippo Civati, il giamburrasca del Pd, invece scrive sul suo blog: «Il problema non è tanto (o soltanto) l’immunità, il problema è il doppio incarico». Ancora diversa la voce di un atro democrat come Stefano Bonaccini per il quale l’immunità va “semplicemente” cancellata. Se si esclude il braccio di ferro tra la bella ministra e una decana come la Finocchiaro, nessuna novità visto che le posizioni in campo sono quelle di sempre. «Sul tema dell’immunità sarà il Senato a decidere senza alcun pregiudizio, il tema non è l’immunità, ma è quello di fare le riforme», taglia corto il ministro Maurizio Lupi che non ha alcun interesse ad amplificare la polemica. «Occorre guardare alla questione dell’immunità dei senatori senza superficialità. C’è un problema: se ci sarà un Senato non eletto dal popolo, con le immunità si creerà una condizione di disparità con i consiglieri regionali ed i sindaci. Restiamo sempre del parere che il giudizio sui parlamentari debba essere devoluto ad un terzo giudice e non, come oggi, agli stessi parlamentari», fa notare invece il presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio. Contrarissimi all’abolizione gli azzurri di Forza Italia. «L’immunità parlamentare era nella Costituzione e serviva a bilanciare una autonomia così piena della magistratura che non c’è in molti altri ordinamenti giuridici – chiarisce Fabrizio Cicchitto – poi essa è stata ridimensionata nel biennio 92-93. Adesso, per ciò che riguarda questa nuova versione del Senato, è logico che, visto il ruolo che comunque il Senato svolge, ci sia un meccanismo di immunità simile a quello della Camera. Ed è totalmente inaccettabile che si entri in un controsenso per cui l’immunità non va messa al Senato e va eliminato alla Camera».

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