Il trucco del governo: equiparare Mare Nostrum alle missioni internazionali. Gasparri: intervenga Napolitano

24 Giu 2014 19:08 - di Antonio Pannullo

«Rispondendo a una mia precisa domanda durante l’audizione in commissione al Senato, il ministro della Difesa Pinotti ha ammesso che nel prossimo decreto sul rifinanziamento delle missioni militari sarà inserita anche l’operazione Mare Nostrum. È a mio avviso una scelta dissennata», dice il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri secondo il quale «confondere le missioni militari internazionali con questa operazione di favoreggiamento dei trafficanti di clandestini è qualcosa di incredibile, che deve indurre Forza Italia a una valutazione diversa su questo provvedimento. Abbiamo sempre sostenuto – ricorda ancora il senatore di Fi – l’impegno dei nostri militari all’estero, ma confondere le missioni del Libano, dell’Afghanistan e di altri contesti con Mare Nostrum è inaccettabile». Gasparri chiede quindi che «si separino le vicende» e si rivolge «alle massime istituzioni della Repubblica, affinché si eviti di mettere il Parlamento a disagio. I militari che rischiano nelle missioni di pace hanno bisogno del nostro sostegno unanime. Altra questione è Mare Nostrum. Credo – conclude Gasparri – che debba essere il Capo dello Stato, anche in funzione del suo ruolo di Capo delle forze armate, a impedire queste confusioni e queste commistioni».

Parlando dell’immigrazione, in precedenza Gasparri aveva giudicato deludenti le parole di Renzi sull’immigrazione, perché lasciano l’Italia esposta a gravi rischi. «L’operazione Mare nostrum va bloccata con immediatezza. Soltanto in questo modo la comunità internazionale, l’Onu e l’Unione europea potranno rendersi conto di un problema che deve essere affrontato a livello globale». Il senatore di Fi ricorda che «Renzi ipotizza operazioni in Libia, ma andrebbero sollecitate proprio a quegli Stati che vollero la sciagurata guerra, criticata dal solo Berlusconi, e che ha determinato l’attuale disastro. Il vuoto di potere libico – aggiunge – è la causa prima dell’invasione di clandestini in l’Italia. La nostra Marina non può continuare a fare da taxi, Frontex non esiste, soltanto un cambio di politica da parte dell’Italia metterà la comunità internazionale, a partire dall’Ue che viene ai funerali ma volta la faccia di fronte alle emergenze, davanti alle proprie responsabilità».

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