Il salario “reale”? Più alto a Ragusa che a Milano. Studio “choc” della Bocconi sul costo della vita

27 Giu 2014 12:32 - di Redazione

I salari reali sono più alti a Ragusa che a Milano del 38% a causa del minore costo della vita e, per avere lo stesso potere d’acquisto, le remunerazioni nominali a Milano dovrebbero crescere del 37% per un bancario e del 48% per un insegnante. È il risultato choc dello studio “Costo della casa e differenze salariali in Italia” a cura di Tito Boeri (Università Bocconi), Andrea Ichino (European University Institute) e Enrico Moretti (Berkeley) presentato alla conferenza della Fondazione Rodolfo Debenedetti “Casa e mercato del lavoro”. La ricerca dimostra che, tenendo conto del potere d’acquisto, le prime città per salari sono al Sud (Caltanissetta, Crotone ed Enna) e le ultime prevalentemente al Nord (Sassari, Aosta e Milano). «L’uguaglianza dei salari nominali, anche se è preferibile vista la preferenza collettiva per l’equità, genera di fatto ineguaglianze, rendite, sconfitti e vincitori», afferma Andrea Ichino, ed è all’origine dell’alto tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno. Gli autori suggeriscono di creare un maggiore legame tra la paga e la produttività con la contrattazione aziendale, che dovrebbe avere la meglio su quella nazionale, e nei casi in cui non c’è contrattazione aziendale di prevedere differenziali per la produttività e i salari nelle diverse aree del Paese.

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